La Sacra Tunica di Treviri e le sue ostensioni

La storia della Sacra Tunica è avvolta nel mistero dalle origini fino al Medioevo.
La Sacra Tunica a Treviri
La tradizione afferma che la reliquia è stata affidata da sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino il Grande, al vescovo di Treviri sant’Agrizio nel secolo IV. Nel secolo IX, il monaco Altmann von Hautvillers scrisse una biografia di Flavia Julia Helena nella quale, oltre ad attribuirgli Treviri come luogo di nascita, menziona la donazione di diverse “reliquie importanti” a questa chiesa, senza però specificare quali.
La devozione di sant’Elena per le reliquie, specialmente quelle legate alla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, era già nota nel secolo IV, come attestano diversi documenti contemporanei. Non vi è, però, nessuna menzione della Sacra Tunica.
La Tunica di Cristo compare per la prima volta nella Gesta Treverorum, una cronaca dell’Impero tedesco scritta dai monaci dell’Abbazia di San Mattia a partire dal secolo XII. Dal punto di vista documentario, la storia della Sacra Tunica inizia con una data precisa: 1° maggio 1196. Quel giorno l’arcivescovo Johann I consacrò l’altare maggiore del coro, parte degli imponenti lavori di ristrutturazione del Duomo di Treviri. Il documento menziona che egli racchiuse la reliquia della Sacra Tunica in questo altare.
La naturalità con la quale il documento registra il fatto della traslazione della reliquia fa supporre che questa fosse già nel Duomo da tempi immemorabili. A partire da questo punto, la storia della Sacra Tunica è perfettamente documentata.
Iniziano le ostensioni
Nel 1512 l’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo venne a Treviri in occasione della riunione del Reichstag e chiese di venerare la Sacra Tunica. L’arcivescovo Richard von Greiffenklau fece aprire l’altare, alla presenza non solo dell’Imperatore, ma anche dei numerosi principi e prelati recatisi alla città per l’assise parlamentare. Fu celebrata una Santa Messa in memoria della defunta consorte di Massimiliano I. Due xilografie di Albrecht Dürer ricordano questo fatto.
La notizia si diffuse per tutto il Paese e, a furor di popolo, ebbero inizio le solenni ostensioni della reliquia. È famosa quella del 1517, con grande partecipazione di pellegrini. Dal 1524 al 1545, le ostensioni si sono succedute al ritmo di una ogni sette anni, questo senza contare numerosi pellegrinaggi individuali di importanti personaggi, sia ecclesiastici che civili.
La Pseudo-Riforma protestante, con la sua sequela di guerre e disordini, mise fine a questa prima fase di devozione. La reliquia stessa dovette essere custodita prima nella fortezza di Ehrenbreitstein a Coblenza, e poi a Colonia, per sottrarla alla furia iconoclasta dei riformatori. Dobbiamo aspettare il 1655 perché possano riprendere i pellegrinaggi. Il vescovo Johann Philipp von Walderdorff fece esporre la reliquia nel maggio 1765.
Nel 1802, Clemens Venceslao di Sassonia, ultimo Principe elettore di Treviri, portò la reliquia ad Aquisgrana. Nel 1810, col vescovo Charles Mannay, la reliquia fu definitivamente riportata a Treviri.
L’arrivo della Sacra Tunica causò grande sensazione. Quasi 230.000 pellegrini venerarono la reliquia, esposta in modo solenne dal 9 al 27 settembre.
Il successivo pellegrinaggio importante ebbe luogo nel 1844, con la partecipazione di circa mezzo milione di pellegrini. Dopodiché la reliquia fu di nuovo racchiusa nell’altare.
L’altare fu riaperto dal 20 settembre al 4 ottobre 1891. Erano tempi politicamente turbolenti. Le ferite della Kulturkampf bismarckiana erano ancora aperte. Il pellegrinaggio fu, dunque, vissuto come un momento di rinnovamento religioso e sociale della Chiesa. Più di un milione di cattolici, chiaramente desiderosi di riappropriarsi degli spazi finora sottrattigli, accorsero da tutta la Germania, ormai collegata da un’eccellente rete ferroviaria che facilitava lo spostamento delle persone.
Il successivo pellegrinaggio si svolse dal 23 luglio al 10 settembre 1933, sotto il vescovo Franz Rudolf Bornewasser. Anche qui, il momento politico era delicato, vista la recente ascesa al potere del Partito Nazista. La propaganda nazista cercò, infatti, di denigrare il pellegrinaggio come mera manovra politica della Chiesa, dimenticando che esso era stato indetto molto prima delle elezioni politiche. L’immenso numero di pellegrini, 2 milioni, mostrò, comunque, quanto i cattolici fossero davvero preoccupati per i possibili sviluppi del governo nazional-socialista.
Dopo l’interludio della guerra, durante la quale la reliquia fu custodita in diversi luoghi sicuri, nel 1959 fu indetto una solenne ostensione, che vide la partecipazione di 1.800.000 pellegrini.
L’ultima grande ostensione, prima di questa straordinaria del 2012, si è tenuta nel 1996 col vescovo Hermann Josef Spital. Per motivi di conservazione, la Sacra Tunica non fu però esposta verticalmente, come era finora avvenuto, bensì appoggiata orizzontalmente all’interno di un’urna di vetro climatizzata. Col titolo “La magia della salvezza”, il pellegrinaggio ha attirato più di un milione di persone.
Questo testo di Julio Loredo è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it .