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La prova che l’Eucaristia è Vero e Reale Sacrificio

Liturgia29 Aprile 2021
Testo dell'audio

Per rendere completa la nostra dimostrazione, proveremo ora l’esistenza del Sacrificio Eucaristico dall’altra fonte della fede, cioè la tradizione divina. Come “la colonna e il fondamento della verità” (I Tim. 3, 15) la Chiesa cattolica ha sempre e ovunque creduto e insegnato che la Santa Messa è un vero sacrificio l’unico e perpetuo sacrificio della Nuova Legge. Come fedele custode e dispensatrice di tutti i mezzi e i tesori della grazia di Gesù Cristo, ha anche conservato e amministrato in ogni momento il Sacrificio Eucaristico come il suo più grande tesoro.

Nelle primissime età della Chiesa si trovano moltissime testimonianze chiarissime e inconfutabili a favore della fede universale e costante di tutta la cristianità nel carattere sacrificale dell’Eucaristia, come pure della sua ininterrotta celebrazione come sacrificio in seno alla Chiesa cattolica. Come il più sublime e meraviglioso mistero della fede, il Sacrificio quotidiano della Messa è stato nascosto con la cura più ansiosa dagli occhi e dalle orecchie dei non credenti e dei non iniziati, in modo che i Padri spesso ne parlano in modo oscuro e semplicemente allusivo; ma nonostante questa antica disciplina prevalente, ci sono da trovare nei loro scritti e nelle varie liturgie tante belle espressioni relative all’Eucaristia, che possiamo senza difficoltà raccogliere da tutti i principali insegnamenti della Chiesa con riferimento al Santo Sacrificio della Messa.

Quando i Padri parlano della celebrazione dell’Eucaristia, spesso usano le espressioni sacrificio (sacrificium, oblatio, hostia, victima) e di offrire (sacrificare, immolare, offerre), sacerdote (sacerdos) e altare (altare, ara); essi, pertanto, riconoscono nella Celebrazione eucaristica un sacerdote sacrificante, un dono sacrificale, un’azione sacrificale e un luogo del sacrificio. Ma da queste parole deriva indiscutibilmente che esse non devono essere prese in un senso ampio, ma nel loro significato stretto e letterale.

a) Essi designano la celebrazione dell’Eucaristia spesso come un sacrificio di espiazione (sacrificium propitiationis), come un sacrificio completo e vero (sacrificium plenum et verum), come il sacrificio più sublime e più vero (summum et verissimum sacrificium) e come sacrificio tremendo (sacrificium horrendum, tremendum, terribile).

b) Il Sacrificio Eucaristico, che può essere celebrato solo da un sacerdote debitamente ordinato, si distingue espressamente da quello impropriamente detto, cioè dal sacrificio interiore e spirituale, che ogni fedele può e deve offrire.

c) Essi distinguono il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo, che si compie con la spada spirituale delle parole di consacrazione, dalla partecipazione della Santa Comunione al Sacrificio compiuto, nonché dalle preghiere e dalle cerimonie con le quali l’azione sacrificale è accompagnata e celebrata.

d) Molto spesso insegnano che il Sacrificio perpetuo della Nuova Alleanza ha sostituito i sacrifici figurati dell’Antica Legge. Scoprono nel Sacrificio dell’Altare il compimento del sacrificio figurato di Melchisedech; vedono nell’Eucaristia la pura oblazione predetta da Malachia.

e) Quando essi considerano più da vicino la relazione del sacrificio della Messa con quello della Croce, dicono che sull’altare, come sulla Croce, c’è uno e lo stesso sacerdote sacrificante, una sola e stessa vittima sacrificale, ma un diverso modo o azione di offrire: perché nel Sacrificio incruento dell’Altare l’Agnello di Dio è misticamente e sacramentalmente immolato, per mantenere sempre vivo il ricordo del Sacrificio cruento della Croce.

f) Essi insegnano che il Sacrificio Eucaristico è offerto non solo per i vivi, ma anche per i morti, e che procura per tutti l’espiazione e il perdono dei peccati.

g) Da coloro che assistono a questo sacrificio, Essi richiedono la massima devozione e la più profonda riverenza; dal sacerdote celebrante, la verginità e la purezza angelica del cuore.

Per queste e simili prove, abbiamo “un nugolo di testimoni” (Eb. 12, 1), ma qui ci limiteremo a pochi passi dai Padri.

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