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La «più piccola fra tutti»

Storia30 Ottobre 2020
Testo dell'audio

La «più piccola fra tutti»: così Dio si rivolse a Luisa Piccarreta, come riportato nel suo Diario, purificandola nel profondo per prepararla ad una “vita nuova”, caratterizzata dalla sua lunga missione. Appassionata dell’Eucaristia, fu vittima di riparazione dei peccati, Sposa di Gesù, unita a Lui al punto da esserne “riempita” e poter intercedere per la realizzazione del Regno della divina Volontà tra i fratelli, secondo il piano di Dio…

«Figlia mia… tu devi sapere che la stessa creatura, tanto di santità possiede per quanto sta in ordine, in rapporto con la mia Volontà». Questo è uno dei messaggi centrali dell’opera di Luisa Piccarreta, terziaria domenicana. Nata con parto podalico il 23 aprile 1865 a Corato, amava scherzare sul fatto che la sua era una vita “al rovescio” rispetto a quella delle altre creature. Fin da piccolissima la sua vivace sensibilità fu turbata da frequenti sogni demoniaci, che contribuirono a renderla schiva verso gli altri e a rifugiarsi nella preghiera. Gesù cominciò presto a ricercare la confidenza della bimba: «Fin d’allora – scrisse Luisa – nel mio interno l’amabile Gesù mi faceva lezione sulla Croce, sulla mansuetudine, sull’ubbidienza, sulla sua Vita nascosta» (Memorie dell’infanzia), fino ad insegnarle come pregare, come restare raccolta durante i lavori quotidiani, come combattere le tentazioni. Egli, staccandola dalle creature, voleva farla Sua. Si manifestò a lei tredicenne, in modo indelebile, quando sotto il balcone di casa le apparve «con la croce sulle spalle; – come riferì Luisa stessa – … col volto grondando sangue, che alzò gli occhi verso di me in atto di chiedermi aiuto. Chi potrà dire il dolore che provai...» (Diario, vol. 1, n. 66).

La sua spiritualità fu segnata così da un profondissimo amore per Gesù e da desideri crescenti di soffrire con Lui e per Lui. Un lungo periodo di tentazioni terribili la purificò nel profondo per prepararla ad una “vita nuova”, caratterizzata dallo svelamento iniziale della sua lunga missione. Durante una visione di Gesù sofferente, avuta da Luisa in età adolescenziale, la Madonna le disse: «Avvicinati a baciare le piaghe del mio Figlio, Lui ti sceglie come vittima, e se tanti l’offendono, tu coll’offerirte a soffrire ciò che Lui soffre, le darai un ristoro in tanto penare. Non l’accetti tu?» (Diario, vol. 1, n. 103).

Questo fu uno dei tantissimi “sì”, che la Serva di Dio pronunciò durante la sua vita, in totale unione alla Volontà divina. Ella, così, partecipò sempre più visibilmente alle pene di Gesù, anche con fenomeni notturni di irrigidimento, dai quali la liberava solo la benedizione del sacerdote, tanto che fu costretta a vivere sempre più tempo a letto, fino a non alzarsi più dal novembre del 1887. Quasi giornalmente venne visitata da Lui, che la guidò lungo un cammino spirituale arduo, ma ricolmo di felicità tutta divina.

Visse totalmente abbandonata alla Sua Volontà, che la rese appassionata dell’Eucaristia, consapevole della condizione miserevole della volontà umana lontana da Quella divina, vera imitatrice della Madonna, fino a partecipare della Sua Maternità divina verso Gesù e le anime. Per ubbidienza al confessore, si impegnò a scrivere i dialoghi intimi con lo Sposo divino, con la fatica di chi prova il pudore di una Sposa e ha frequentato, nella scuola elementare, «solo le prime classi presso le suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea» (Maria Rosaria Del Genio, Il sole della mia Volontà. Luisa Piccarreta, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2014, p. 13).

Devozione, contemplazione, teologia mistica, teologia della storia, chiamata universale alla santità, questi gli elementi che si ritrovano in questi testi, tutti fondati su una dottrina profondissima e cristallina. Soprattutto attraverso il Diario, significativamente intitolato Libro di cielo. Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature. Vittima di riparazione dei peccati, Sposa di Gesù fu la Serva di Dio, unita a Lui al punto da essere “riempita” di Lui, per poter intercedere per la realizzazione del Regno della divina Volontà tra i fratelli, il ritorno all’ordine creaturale, secondo il piano di Dio.
Croce, altare, luogo di lavoro, il letto di Luisa resta tutt’ora come testimonianza di una vita ordinaria, in cui le ore si succedevano tra la partecipazione alla santa Messa, la preghiera, la contemplazione, l’assunzione del poco cibo che riusciva a trattenere, l’educazione spirituale e professionale delle ragazze che imparavano da lei il ricamo col tombolo. Questo il lavoro eseguito con somma cura dalla Serva di Dio fino agli ultimi giorni prima della sua morte, avvenuta il 4 marzo 1947.

 

Questo testo di Francesca Pannuti è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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