La Pentecoste

AD 2021
Giunto il giorno di Pentecoste, tutti i discepoli stavano insieme nello stesso luogo
Quando san Paolo, durante uno dei suoi viaggi missionari, giunse un giorno nella città di Efeso, trovò un gruppo di fedeli. Volendo sapere se avevano ricevuto il sacramento della cresima, chiese loro: Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede? Gli risposero: Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo. Noi siamo in una posizione migliore di quei fedeli, poiché sappiamo con certezza che lo Spirito Santo esiste e che è la terza Persona della Santissima Trinità. Ma se san Paolo venisse oggi tra noi e ci dicesse: “Dimmi di più di questo Spirito Santo che hai ricevuto”, sapremmo rispondergli?
È un buon principio generale che, se vogliamo conoscere che cosa sia una determinata cosa, dobbiamo guardare ai suoi effetti. Quindi, se vogliamo capire di più sulla terza Persona divina, di cui oggi commemoriamo la venuta sulla Chiesa, dobbiamo guardare agli effetti che ha prodotto. Quali sono questi effetti? Dopo che gli Apostoli e i discepoli, con la beata Vergine e le altre sante donne, ebbero pregato nel Cenacolo per nove giorni interi, al decimo giorno fu mandato dal Cielo lo Spirito Santo. San Luca descrive la scena in questi termini: Improvvisamente si sentì un suono, come di un violento colpo di vento, che riempì tutta la casa ove erano seduti. Ed apparvero loro delle lingue come di fuoco.
La prima domanda è: perché lo Spirito Santo si manifesta mediante un potente vento e mediante il fuoco? Sono entrambi simboli dell’amore. Il fuoco è ardente: la parola ardente indica qualcosa “che brucia”. Allo stesso modo l’amore è ardente, nel senso che consuma gli ostacoli che si frappongono tra esso e l’oggetto amato. Parimenti, un vento sospinge tutto ciò che trova davanti a sé. Anche i grandi alberi che sono rimasti radicati nel terreno per centinaia di anni possono essere sradicati durante la notte da un forte vento. Allo stesso modo l’amore spinge le persone ad andare avanti: le spinge a fare grandi cose. Pensate a un soldato che va in battaglia per amore del suo paese. È vero che non tutto l’amore viene dallo Spirito Santo. A volte viene semplicemente dalla natura umana. Ma quando l’amore di qualcuno viene dallo Spirito Santo – è ciò che chiamiamo carità soprannaturale –, allora quella persona è sospinta fuori di sé stessa a fare grandi cose, con ardore, per Dio. Pensate ai missionari che si recano in paesi stranieri per predicare il Vangelo anche a costo della loro vita.
Ora dirò qualcosa che può suonare strano, ma che nondimeno è vero, ed è buona teologia: lo Spirito Santo trae Dio fuori di Sé stesso. È vero, ovviamente, che Dio non può cambiare. Ma nell’eternità c’è un certo ordine tra le tre Persone divine. Conoscendo Sé stesso, Dio Padre concepisce Suo Figlio, il Verbo. E per il Loro amore, il Padre e il Figlio spirano lo Spirito Santo. Qualunque cosa io ami, mi attira a sé stessa. Ma il Padre e il Figlio amano Dio, cioè Si amano l’Un l’Altro, amano Sé stessi e amano la natura divina. Quindi, lo Spirito Santo è Dio poiché suscita l’amore del Padre e del Figlio. Questo è il motivo per cui dico che lo Spirito Santo trae Dio da Sé stesso.
Un’altra cosa da notare nella descrizione che san Luca fa della prima Pentecoste è che il fuoco apparve come lingue, che si fermarono sulla testa di ciascuno. Nonostante il forte vento che soffiava nella casa, il fuoco rimase dov’era, una lingua di fuoco sopra la testa di ciascuno dei discepoli. Allo stesso tempo, ricevettero il potere di parlare lingue straniere, per evangelizzare i popoli di tutte le nazioni. La stessa cosa, in ogni caso, accadde ai discepoli di Efeso, di cui ho parlato all’inizio. Dopo che san Paolo ebbe conferito loro il sacramento della cresima, ricevettero anche il dono di parlare lingue straniere e di profetizzare.
Quindi, lo Spirito Santo è Colui che ci dà il potere di parlare. Non per parlare di questa o quella cosa banale, ma piuttosto per proclamare le meravigliose opere di Dio. Come dice l’introito della Messa di oggi, usando le parole del libro della Sapienza, Colui che abbraccia tutto, ha conoscenza di ogni voce, cioè può insegnarci a parlare. È vero che i singoli credenti oggi raramente ricevono il dono miracoloso di parlare lingue straniere; ma, come spiegò sant’Ireneo di Lione, già nel II secolo, questo accade perché la Chiesa ora parla tutte le lingue, poiché il Vangelo è stato diffuso in tutto il mondo. Ciò che riceviamo nella cresima è qualcosa di meno spettacolare, ma di più importante del potere di pronunciare parole in persiano o in copto: è il potere di confessare la nostra fede in Cristo davanti agli uomini. Infatti, la più meravigliosa delle opere meravigliose di Dio è l’Incarnazione redentrice: il fatto che Dio si è fatto uomo ed è morto per noi per liberarci dal peccato. Se poi trovate difficoltà a vivere come cristiani in mezzo al mondo, chiedete allo Spirito Santo di ravvivare la grazia della cresima dentro di voi. È stata la grazia della cresima che ha dato una lingua di fuoco a tanti martiri quando sono stati processati, ad esempio, a santa Giovanna d’Arco o a san Tommaso Moro.
E l’ultimo effetto attribuito allo Spirito Santo, questa volta da Gesù nel Vangelo, è che fa ricordare agli Apostoli tutto ciò che avevano udito: tutto ciò che avevano udito da Nostro Signore mentre era con loro sulla terra. Questo vale non solo per gli Apostoli, ma anche per i loro successori fino alla fine dei tempi. Lo Spirito Santo ricorda ai vescovi della Chiesa la fede che è stata tramandata dall’inizio. Ecco perché a volte lo Spirito Santo è chiamato l’anima della Chiesa. Penso che questo sia anche ciò che si intende quando san Luca ci dice che, nel giorno di Pentecoste, il vento potente non si fece sentire in questa o quella parte del Cenacolo, ma riempì tutta la casa ove erano seduti. Proprio come la nostra anima non è solo in questa o quella parte del corpo, ma in tutto il nostro corpo, così il vento riempì tutta la casa; rappresentava lo Spirito Santo come l’anima di tutta la Chiesa.
Questo, quindi, è ciò che potremmo dire all’Apostolo san Paolo se venisse tra noi oggi e ci esaminasse per vedere cosa sappiamo dello Spirito Santo. Potremmo dirgli che procede nell’eternità per l’amore del Padre e del Figlio; che ci dà il potere di parlare con franchezza della Croce e della Resurrezione di Cristo; e che Egli dimora nella Chiesa cattolica come sua Anima increata. Questo, credo, lo soddisferebbe.
Ma infine, notate che la domenica di Pentecoste, dopo che gli Apostoli iniziarono a predicare, tremila Ebrei si convertirono. Oggi, dunque, è un buon giorno per pregare per le conversioni. Forse la conversione alla fede di un amico o di un familiare. Forse la conversione da una vita peccaminosa di qualcuno che amiamo. E la conversione di tutti noi, laici, sacerdoti e vescovi, a una vita di maggiore santità. Vieni, o Spirito Santo.