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La nobile Offida

Tesori d'Italia07 Febbraio 2018
Radio Roma Libera - La nobile Offida
Testo dell'audio

«Internamente a lieti campi in mezzo, sta la nobile Offida; adorna e forte di rocca e muri, e che potente fanno le sue ricchezze e il cittadin valore»: è il distico latino scritto nel 1575 da Francesco Panfilo ed oggi queste parole si perpetuano nell’attaccamento alle proprie tradizioni proprio dei suoi abitanti: l’arte del merletto a tombolo si tramanda da oltre cinque secoli di madre in figlia ed oggi vi è anche un museo dedicato a questa eccellenza cittadina; il carnevale storico vede affluire turisti da ogni dove per divertirsi con la “caccia al bove” e l’accensione dei “vlurd”, fasci di canne riempiti di paglia, che vengono bruciati in un grande falò: la progressiva estinzione del fuoco segna l’avvio del periodo quaresimale.

Segno della benevolenza di Dio

Spesso, non si fa caso alla bellezza che ci circonda: essa è prova tangibile dell’esistenza di Dio. Scrive sant’Agostino: «Interroga la bellezza della terra, interroga la bellezza del mare, interroga la bellezza dell’aria. Interroga la bellezza del cielo, interroga l’ordine delle stelle, interroga il sole che col suo splendore rischiara il giorno; interroga la luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte. Interrogali! Tutti ti risponderanno: Guardaci, siamo belli! La loro bellezza li fa conoscere. Questa bellezza mutevole… chi l’ha creata, se non la bellezza immutabile?» (Discorsi, 241).

Il borgo di Offida, così piccolo eppure così fecondo, scelto per conservare il segno della benevolenza divina e cresciuto nella consapevolezza della fede, resta oggi un mirabile esempio della copiosità di tesori che l’Italia offre ed un inestimabile monumento a cielo aperto nelle Marche.

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