La musica contemporanea deve essere brutta?

Si è diffusa l’idea, mi sembra, che la musica contemporanea, quella che si va a sentire nelle sale di concerto, per essere accettabile deve essere sgradevole all’udito. Se non fai qualcosa che suona male, allora sei attaccato al passato, non sei al passo con i tempi. Io non capisco come questo tipo di concezione possa essere stata accettata, anche perché tutti sappiamo che la musica è comunicazione. Che tipo di comunicazione essa sia, questo è oggetto di discussione fra gli studiosi, ma che essa comunichi su questo non ci sono dubbi. E possiamo senz’altro dire che attraverso la musica veniamo messi a conoscenza di un mondo emozionale. Emozioni a cui spesso non possiamo, o non dobbiamo, dare un nome altrimenti.
Come si può pensare che la continua comunicazione di un mondo emozionale disarmonico possa fare del bene a chi ascolta? Ovviamente c’è spazio per la disarmonia nel corso di un brano musicale, ma deve sempre, prima o poi, ricomporsi. Invece alcuni hanno eletto la disarmonia a sistema.
Sia chiaro: c’è anche tanto di buono nella musica degli ultimi 150 anni, sarebbe ingiusto dire il contrario. Ma purtroppo una certa corrente detta avanguardia, ha spadroneggiato anche grazie ad appoggi politici e a consorterie culturali. Bisognerebbe veramente, come qualcuno sta già facendo, riconsiderare il ruolo della musica nella vita di tutti e rivedere tante posizioni.