LA MORTE DEL SANTO E DEL PECCATORE PENTITO

LA MORTE DEL SANTO E DEL PECCATORE PENTITO
- b) La Gioia dei Santi alla morte
“Chi”, chiedeva l’Apostolo (Rom 7,24), “mi libererà da questo corpo di morte?” Se, dice Sant’Ambrogio, vivessi in una casa in cui i muri, i tetti e i pavimenti fossero prossimi al crollo, con quanto ardente desiderio non cercheresti di fuggire da essa? In questa vita, tutto minaccia la rovina dell’anima: il mondo, l’inferno, le passioni, i sensi ribelli: tutti ci spingono verso il peccato e verso la morte eterna.
Quanta grande consolazione, allora, nel sentire queste parole: “Vieni, mia sposa, lascia la terra delle lagrime, la tana dei leoni che cerca di divorarti” (Cant 4,8). Quanta grande gioia avrà l’anima nell’andare incontro al suo ben Amato.
Santa Teresa d’Avila, sentendo il suono della campana che segnava le ore negli ultimi anni della sua vita, soleva dire: “Un’ora più vicina!” Padre Suarez morì con tanta pace da esclamare: “Non avrei mai immaginato che la morte potesse essere così dolce!” San Giovanni Fisher, avvicinandosi al luogo della sua esecuzione, disse: “Oh, miei piedi camminate veloci; non siamo lontani dal Paradiso!”
Quanta grande sarà la gioia di colui che ha spesso visitato il Signore Gesù Cristo nel tabernacolo, dice Sant’Alfonso, e ha spesso ricevuto Lui nell’Eucaristia, quando vedrà il Signore entrare nella stanza nel Santissimo Viatico venendo ad accompagnarlo nel Suo Regno. Quale consolazione riceverà il giusto nell’ora della morte dalle devozioni in onore della Madre di Dio, dai rosari che ha recitati, dalle sue visite alle sue immagini. Una persona morente confidò al sacerdote assistente al letto di morte: “Oh, padre mio! Se tu sapessi la felicità che provo nel servire questa Madre. Non riesco a esprimerla”.
San Tommaso insegna che il dono della Grazia supera ogni dono che una creatura può ricevere, poiché è una partecipazione alla natura divina; mentre la pace di un’anima che è unita a Dio supera tutti i piaceri che i sensi e il mondo possono dare: “la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza” (Fil 4,7).
“Eterno Padre! Vi prego di conservarmi nella Vostra Grazia e nella pace fino alla fine. Castigatemi come volete, merito tutto ciò che sarà della Vostra volontà, ma preservatemi soltanto dall’essere privato della Vostra Grazia. Mio Gesù! Raccomandatemi a Vostro Padre! Maria, mia Madre, raccomandatemi a Vostro Figlio: ottenetemi la perseveranza nella Sua amicizia, per amarLo fino alla fine dei miei giorni sulla terra e poi per sempre in Cielo”. Amen.