La Lotta contro il peccato – Parte I

Innanzi tutto, se siamo consapevoli di essere in peccato mortale o soggetti a tentazioni verso il peccato mortale, tutte le forze dell’anima dobbiamo concentrare nella lotta contro di esso, chiedendo l’aiuto di Dio senza tregua. Non basta dire: mi confesso dopo.
Ma se non ci siamo soggetti, dobbiamo lottare contro il peccato veniale. ‘Se non siamo affogati nel mare’, avverte sant’ Agostino, ‘ stiamo attenti di non essere sommersi nella sabbia.’ Perché i nostri peccati veniali possono essere tanti quanti i granelli di sabbia sul littore del mare ed essi ci spingono verso il peccato mortale, ossia verso la morte eterna.
Se ci vogliamo santificare, oppure se possiamo solo essere meno incerti della nostra salvezza, è essenziale confessarci spesso e fare un esame di coscienza ogni giorno.
Quell’ impazienza, quel tono di voce duro, quel pensiero cattico; quella parola cattiva, quella parola in più, quella parola aggiunta alle pettegolezze di altrui; quel piccolo atto di disonestà, quella menzogna “al fine del bene” – come se i fini pottessero giustificare i mezzi – , quel tacere di un consiglio morale per rispetto umano; preghiere mancate, fatte male, raccorciate; autoindulgenza, divertimenti eccessivi, parole inutili; spreco di tempo, spreco di soldi, spreco di cibo; antipatie coltivate nel cuore, sensualità disordinate coltivate, offese (vere o immaginate) coltivate nel cuore, ingigantite, raccontate ad altri – tutti granelli di sabbia accumulandosi attorno all’anima, immobilizzandola, soffocandola.
I maestri della vita spirituale dicono che dopo il peccato mortale dobbiamo combattere in primo luogo il peccato veniale deliberato. Se il peccato mortale rompe l’unione a Dio, come tagliare il cordone che attacca uno scalatore di montagna ad un altro, se acceca la mente (conviventi non capiscono più che fanno male); il peccato veniale disturba l’unione a Dio come un cordone gradualmente logorato col contatto con la roccia tende a rompersi, e confonde la mente.
Vigilate! dice spesso il Signore. Siamo vigili! Facciamo un esame di coscienza ogni giorno, ogni sera prima di andare al letto: Cosa ho fatto oggi? Cosa ho fatto la mattina? Cosa ho detto il pomeriggio? Cosa ho pensato la sera? Il nostro compito è di progredire nella virtù ogni giorno della vita: da giorno a giorno, da confessione a confessione, da santa Comunione a santa Comunione: progredire nella virtù, progredire nell’amore verso Dio e verso il prossimo: con ogni giorno, con ogni confessione, con ogni santa Comunione.
L’illustre pittore Zeuxis disse: Dipingo per l’eternità. Dì anche tu: Dipingo per l’eternità: Dipingo l’icone della mia anima per l’eternità. L’icone, eikon in greco, significa immagine: l’anima è immagine di Dio: fatta secondo l’immagine ed assomiglianza di Dio. Sto creando, sto dipingendo un’immagine di Dio che io possa mostrare a Dio nell’ultimo giorno della vita, nell’ultimo giorno dell’universo, nella quale i beati del cielo e gli angeli possano vedere ed ammirare, lodare e glorificare Dio Stesso per tutta l’eternità.
La Lotta contro il peccato 2. Brani patristici
Se diciamo che non abbiamo peccato, ci inganniamo, dice san Giovanni (Ep. 1.80). San Gregorio scrive: “Se sei esaltato per le tue conoscenze, richezze ecc., sai forse chi sei? Sei un peccatore. Sai cos’è il peccato? È ciò che è il più vile, il più misero, il male più grande del mondo, perché si oppone nella misura più alta al bene più grande. É proprio l’odio più grande di Dio, l’ingratitudine più grande, l’offesa più grande contro di Lui: è uccidere Cristo, è uccidere Dio, poiché se Dio potesse essere assassinato, l’arma sarebbe il peccato.’
La santa Chiesa di Dio chiama l’uomo nel tempo della vita terrena un viator, un viaggiatore, perché sta sulla via che lo conduce al cielo. Ma questo viaggio non è solo un viaggio temporale, bensì in primo luogo un viaggio morale nel quale dobbiamo sempre avanzare nelle virtù.
Sant’Agostino scrive: Vedi che siamo viaggiatori. Cos’è dunque il viaggiare? In una parola è un progredire, affinché tu non lo disconosca e cammini troppo lentamente. Sii sempre scontento con ciò che sei, se vuoi arrivare a ciò che non sei ancora. Perché si rimane nello stesso posto dove si è contenti di essere. Se dici che basta così, sei perso. Sempre aggiungere, sempre viaggiare, sempre progredire. Mai soffermarti sulla via, mai tornare indietro. Si sofferma chi non va avanti; si torna in dietro chi torna al punto di partenza; chi apostata si svia dalla strada. Uno zoppo che cammina sulla strada è meglio di uno che corre velocemente, ma che si svia dalla strada.’
Piccoli peccati, se trascurati, divengono grandi sì come molte goccie riempiono un fiume e molti granelli fanno una massa. Qual è la differenza se una nave affonda sotto un’onda enorme o per mezzo di un’entrata graduale di aqua attraverso un buco trascurato? ‘Chi trascura le piccole cose, cade poco a poco’ (Ecclesiastico 19.1).
Dice san Gregorio: Se trascuriamo di curare piccola colpe, siamo insensibilmente portati a commetterne più grandi; e: Chi trascura di pentire e di evitare anche il minimo peccato, non cade subitaneamente dallo stato di grazie, ma poco a poco ne declina. Chi cade spesso in piccole cose deve considerare con serietà che talvolta pecchiamo più gravemente per una colpa piccola che non per una colpa più grande. Perché più è grand, più presto scopriamo che sia una colpa, ed in coseguenza più presto la correggiamo; mentre una piccola colpa si ritiene come un nonnulla, e per questo viene più fatalmente e più trascuratamente perpetuata. E spesso una mente abituata a colpe minori non teme colpe maggiori.
Dunque, prendiamo sul serio tutte le nostre mancanze e proviamo, coll’aiuto della Madonna Immacolata, a correggerne anche le più piccole, perché Dio ci ha comandato di essere prefetti. Amen.