< Torna alla categoria

La Grazia della Redenzione

Teologia Morale17 Ottobre 2023
Testo dell'audio

 

In questo nuovo podcast vedremo come Cristo, dopo che la Grazia era stata perduta dall’umanità per il peccato, ha ristabilito la Grazia soprannaturale nella Grazia della Redenzione, senza per questo sopprimere tutte le conseguenze morali del peccato.

La grazia santificante partecipata ai progenitori era anche una nobilitazione della natura, che univa armonicamente le più alte e le più basse energie mediante i doni preternaturali, il dono della chiarezza del pensiero, del sicuro lieto dominio della volontà sulla sensibilità, e la assenza dei dolori della morte corporale. Mediante il peccato originale, la superbia e il rifiuto dell’ubbidienza dei progenitori, andò perduta per essi e per i loro discendenti la soprannaturale amicizia con Dio, che essi avevano ricevuto come dono ereditario per sé e per l’umanità. La vita più alta, la vita divina con tutti i suoi doni e le sue forze svanì. La conseguenza fu la rottura dell’armonia che fino allora regnava nell’uomo fra spirito e sensibilità. Anche se nessuna parte della natura umana fu distrutta, il retto ordine si dileguò fra le facoltà dell’anima. Ognuna seguì il suo istinto naturale e la sua forza di gravità e turbò o rese difficile il dominio dello spirito su di esse.

La lotta della carne contro lo spirito turbò l’intelletto e la coscienza, indebolì la libertà della volontà al bene e il suo dominio sui desideri sensibili.

La corruzione delle forze religioso-morali, effetto dell’allontanamento colpevole da Dio dell’umanità decaduta, crebbe storicamente anche nella crescente aberrazione religioso-morale degli uomini. Al peccato originale seguì una marea di peccati personali che aumentò il debito ereditario e la possibilità di tentazioni interne.

Il male divenne una potente forza vitale interna ed esterna nell’incredulità e nei vizi del paganesimo. In molte opere, abitudini, pubbliche espressioni di vita e leggi umane il male trovò la sua concreta attualizzazione.

La considerazione di questa rovina morale nei singoli e nella umanità non può costituire però alcuna prova per la realtà del peccato originale, giacché questo per sé rimane un mistero soprannaturale. Secondo la dottrina cattolica il peccato originale consiste essenzialmente nella colpevole privazione di quella Grazia e santità soprannaturale che Dio aveva donato in Adamo all’umana famiglia. È quindi un peccato di stato non un peccato attuale. È un peccato del genere umano che si trasmette ai figli d’Adamo partecipandosi al genere umano. Come peccato reale ha il valore di una colpa risultante da un peccato personale, che persevera abitualmente anche senza (nuove) azioni personali. Misteriosa è certo l’ordinazione di Dio che nei progenitori ha compreso tutta l’umanità e ha voluto fosse da essi rappresentata, come per la colpa volontaria di Adamo la perdita della Grazia fosse imputata come colpa a tutti gli uomini.

Il disordine spirituale invece che è nell’uomo, specialmente le cattive voglie, non costituiscono l’essenza, ma la conseguenza della pena del peccato originale, o anche, come dicono S. Agostino e S. Tommaso, solo l’aspetto materiale del peccato originale.

La salvezza per Cristo non è solo dottrina di verità e perfetto esempio di virtù di fronte all’esterna potenza dell’errore e del peccato, ma prima di tutto distruzione del peccato, mediante la pienezza della Grazia soprannaturale, che egli ci ha procurato e che ci dona con la partecipazione a sé.

 

  1. Questa Grazia di liberazione deriva dalla persona del Cristo. Come secondo progenitore Egli rappresenta tutto il genere umano. Come Figlio di Dio ha in sé un’infinita dignità e santità, per cancellare ogni peccato mediante il suo olocausto umano-divino, e per poter elevare tutti gli uomini al dono della figliuolanza divina.
  2. La Grazia di Cristo deve essere partecipata mediante l’unione dei singoli al Salvatore, mediante l’inserimento nel Corpo mistico del Signore. Ciò si realizza mediante la giustificazione del peccatore, che è preparato mediante le grazie attuali e viene perfezionato con la grazia santificante.
  3. Così si ristabilisce il regno del soprannaturale, si ricostruisce il Regno di Dio. Con l’Incarnazione di Cristo la creazione riceve in certo modo una perfezione più alta di quella che ricevette in principio: “Dove abbondò il delitto, sovrabbondò la Grazia”. Solo la conseguenza della pena del peccato originale e della debolezza della natura rimangono ancora. Rimangono nei battezzati come stimolo al peccato, ma anche come occasione per la lotta, per l’umiltà, per la vigilante attesa della necessaria salvezza, come possibilità di merito soprannaturale.

Si verifica quindi anche nell’epoca del Cristianesimo che, appena si misconosce la realtà del peccato originale e della salvezza, appena si nega nella vita e nelle opere il bisogno di redenzione, in proporzione si affermano l’accecamento della ragione e il dominio delle tre concupiscenze (degli occhi, della carne, e la superbia della vita), e le antiche potenze del peccato originale si manifestano in numerose espressioni.

 

Mediante la sua perfezione soprannaturale la vita del cristiano riceve una consacrazione mistica, sacramentale, che è fondamentale per la vita morale.

 

Mistica chiamiamo (secondo l’accezione cristiana generale del termine) quella relazione dell’uomo a Dio, in cui Dio si dà immediatamente all’anima e questa a sua volta immediatamente si offre e si unisce a Dio. Ciò che è mistico si differenzia quindi da una parte dagli influssi mediati di Dio sull’uomo, mediante le cause create (natura, società, intelletto), d’altra parte dagli accostamenti mediati razionali ed etici, cioè per l’opera dell’intelletto e della volontà, dell’uomo a Dio.

Già nello stato di natura l’influsso e rafforzamento della volontà per il bene da parte di Dio è qualcosa di mistico, così come è mistica la naturale scoperta di Dio, che anche presso i non cristiani spesso improvvisamente si verifica nell’anima senza far nulla di speciale.

Nell’ordine reale della salvezza il senso mistico assume un’importanza fondamentale e universale. Ha origine da Dio dall’inizio della vita di salvezza, previene ogni pensiero e volere umano. L’essenza della santificazione è una partecipazione della vita divina e delle sue forze vitali, mediante cui Dio dona all’anima umana una “mistica rinascita” alla figliolanza di Dio; ciò in maniera misteriosa, anche al più piccolo bambino.

Tale intima trasformazione significa al tempo stesso “l’innesto nel mistico Corpo del Signore”.

In Cristo il redento possiede una nuova esistenza, le cui energie vitali lo rendono capace di vivere nell’amicizia di Dio che gli è stata donata, lo abilitano ad agire per Dio e per il suo Regno e, dopo la crescita soprannaturale dell’anima nel seno generoso della Chiesa, a conseguire la salvezza eterna.

Come Dio si avvicina ineffabilmente all’uomo, così deve l’uomo sforzarsi da parte sua di salire al più alto grado della vitale amicizia con Dio, con l’aiuto della Grazia. Ciò si verifica prima di tutto mediante le virtù teologiche, che raggiungono Dio stesso come diretto bene di luce e di vita e con una intimità e assolutezza che sorpassa di gran lunga ogni concezione razionale ed etica. Su questi fondamenti soprannaturali si basa la nuova vita e condotta morale.

Il carattere sacramentale è per il cristianesimo ugualmente distintivo come quello mistico. La vita soprannaturale e le sue forze vitali vengono infuse e accresciute coi Sacramenti istituiti da Gesù Cristo e amministrati dalla Chiesa. L’ordine sacramentale della vita conduce l’uomo a quella espressione del culto che è la partecipazione all’adorazione e glorificazione del Padre per Cristo. La connessione della Grazia soprannaturale e la rinascita spirituale con i sacramenti appare a molti non cattolici come qualcosa di incomprensibile, anzi di immorale. Essa invece si spiega chiaramente nel sistema dottrinale cristiano della Redenzione.

Il Figlio di Dio fatto uomo è il sacramento vero e proprio, centrale, la rivelazione sensibile dell’amore di Dio salvatore.

La morte di Cristo apre, ancora in forma sensibile, profondamente simbolica, le fonti della Grazia per tutta l’umanità. La Chiesa visibile è l’organismo terreno della vita soprannaturale. L’innesto in esso, la vitalità da esso partecipata, la salvezza, la fecondità devono essere rappresentati in forme sensibili. Ma insieme il rivestimento sacramentale contiene una profonda sapienza morale, educativa e sociale, come dimostra la storia della santità cristiana. I sacramenti non intendono in alcuna maniera sostituire lo sforzo personale o l’azione fedele dell’uomo, ma incitarla, aiutarla, favorirla.

Da Facebook