La festa della Assunzione di Maria (parte II)

L’Assunzione della Madonna è il privilegio per cui, al termine della sua vita, Ella non conobbe la corruzione del corpo, che è la normale conseguenza della morte, ma fu assunta al Cielo in anima e corpo poco dopo la morte.
Le testimonianze sugli ultimi istanti di vita della Madonna sono scarse, ma sant’Alfonso de’Liguori le ha raccolte con scrupolo e nel suo capolavoro Le Glorie di Maria, ce ne offre una ricostruzione devota, ma storicamente attendibile, basandosi su quanto hanno scritto san Giovanni Damasceno ed altri antichi scrittori.
Maria si trovava a Gerusalemme, nella casa di Giovanni, il discepolo prediletto a cui il Signore la aveva affidata sul Calvario. Ella era sempre immersa nella contemplazione delle cose celesti e seguiva con il pensiero e con la preghiera i suoi cari Apostoli nelle loro fatiche, agli angoli più remoti del mondo, dove Gesù li aveva inviati ad annunziare il Vangelo. Quand’ecco un giorno un messaggero celeste – forse lo stesso Angelo dell’Annunciazione – le comparve per avvertirla che avrebbe presto abbandonato la scena terrestre per entrare nella gloria del Paradiso.
“A questo felice annunzio – scrive sant’Alfonso – che altro mai dovette fare la nostra umilissima e SS. Vergine, se non maggiormente nascondersi nel centro della sua profondissima umiltà, e replicare quelle stesse parole che rispose a san Gabriele, allorché le annunziò la divina maternità. Ecce ancilla Domini. Ecco, di nuovo rispose, la schiava del Signore: egli per sua mera bontà mi ha eletta e fatta sua Madre: ora mi chiama al paradiso. Io non meritavo né quello né questo onore. Ma giacché egli vuole su di me dimostrare la sua infinità liberalità, eccomi pronta a venire dov’egli vuole, Ecce ancilla Domini, sia sempre in me adempiuta la volontà del mio Dio e Signore”.
Maria, che aveva sempre il Cielo nel cuore e negli occhi, non aveva bisogno di prepararsi spiritualmente all’ultimo passo. Però volle visitare un’ultima volta i Luoghi Santi di Gerusalemme, particolarmente il Calvario, dove Gesù si era immolato per la salvezza delle anime. Quindi rientrò nella sua piccola casa ad attendere l’incontro con il Signore.
Giovanni fu il primo ad essere avvertito dell’imminente transito della Madonna e dopo di lui tutta la comunità cristiana del luogo che si strinse con devoto affetto attorno a Maria per contemplarla un’ultima volta. Gli Apostoli però erano lontani e irraggiungibili.
Ed ecco che, secondo quanto ci dice concordemente l’antichità cristiana, Dio con un prodigio straordinario, fece sì che tutti, anche dagli estremi confini del mondo conosciuto dove si trovavano per predicare il Vangelo, fossero miracolosamente trasportati a Gerusalemme per raccogliere l’ultimo sospiro della Beatissima vergine. Tutti – dice la Tradizione – meno san Tommaso, che arrivò tre giorni dopo gli altri.
Possiamo immaginare come gli apostoli, facendo corona al letto dove giaceva Maria, Le raccontassero le fatiche e i successi del loro apostolato, i miracoli operati nel nome di Cristo, gli ostacoli e le persecuzioni subite per il suo nome. Maria aveva parole di conforto e di incoraggiamento per tutti e a tutti raccomandava di non dolersi per la sua dipartita, perché avrebbe continuata ad essere, per sempre, Madre e protettrice della Chiesa. Agli Apostoli che le chiedevano di non lasciarli orfani sulla terra senza padre e senza madre, ma di restare con loro o di portarli con Lei in Cielo, Maria, secondo san Giovanni Damasceno, rispose: “No, figli miei, non è questo secondo la volontà di Dio. Contentatevi di fare quello che Egli di me e di voi ha disposto. A voi resta di faticare in terra, per la gloria del vostro Redentore e per acquistare la nostra eterna corona. Io non vi lascio per abbandonarvi, ma per soccorrervi maggiormente con la mia intercessione nel Cielo…vi raccomando la santa Chiesa; vi raccomando le anime redente; questo sia l’ultimo addio e unico ricordo ch’io vi lascio: Lavorate per le anime e per la gloria del mio Figliuolo Gesù, perché un giorno possiamo rivederci uniti in Paradiso per non separarci mai più in eterno”.
Diede quindi a tutti la materna benedizione: a tutti un’ultima parola d’addio. Poi il suo volto fu rapito ad una visione, Era lo stesso Gesù, che discendeva a comunicarla, dicendole; “Prendi, o Madre mia, dalle mie mani quello stesso mio corpo che tu mi hai dato”. La Madonna lo ricevé con tutto l’impeto del suo amore, mormorando: “Figlio mio, nelle tue mani raccomando il mio spirito”.
Fu allora che si udirono in quella stanza le più soavi melodie di Angeli discesi dal Cielo vicino alla loro regina, Fu visto un improvviso splendore trasformare in Paradiso quel punto impercettibile del nostro pianeta. “E qual lampada, che prima di finire, dà un lampo più grande e poi spira – dice sant’Alfonso – così quell’anima grande, quella bella Colomba del Signore, si sciolse dai legami di questa vita e se ne andò alla gloria beata dove siede e siederà Regina nel Paradiso per tutta l’eternità”.
Una tradizione vuole che a questo punto le pie donne avvolsero il suo corpo purissimo in una bianca sindone e tutti la accompagnarono nei pressi del Giardino degli Ulivi, dove lo racchiusero nel sepolcro, cospargendolo di fiori.
Secondo questa tradizione, passati tre giorni arrivò, per ultimo, san Tommaso. L’Apostolo non sapeva darsi pace per il ritardo e con le lacrime agli occhi chiese di poter almeno contemplare la salma adorata. Lo si volle appagare, Fu fatta rotolare la pietra del sepolcro. Ma quale non fu lo stupore di ognuno nel vedere il sepolcro vuoto, come quello di Gesù dopo la Resurrezione.
Il corpo di Maria non c’era più. Nell’aria echeggiavano dolcissimi canti. Sollevando allora gli occhi in alto, tra le schiere degli Angeli, gli Apostoli videro la Madonna, col suo Corpo vero, nel trionfo anticipato del Cielo, in una gloria pari per magnificenza e splendore a quella di Gesù nel giorno della sua Ascensione.