La fede

L’ATEISMO
Gli uomini hanno sempre creduto in Dio, in qualsiasi cultura ed epoca della storia; le eccezioni sono state poche e limitate a filosofie individuali e alle loro scuole. Questo fatto, come anche i fatti dei miracoli, corroborano gli argomenti a favore dell’esistenza di Dio.
Oggigiorno invece, l’ateismo sta divenendo rapidamente un fenomeno di massa ed acquistando persino una certa rispettabilità nella coscienza comune. Questo prodotto di massa dei tempi moderni riveste due forme: l’ateismo positivo e l’ateismo negativo.
L’ateo positivo sostiene che Dio non esiste; l’ateo negativo, o l’agnostico, sostiene che non possiamo sapere se Dio esista e non lo potremo sapere: Ignoramus et ignorabimus, ignoriamo e ignoreremo.
L’ateismo si concretizza in due modi: l’ateismo teorico, cioè l’ateismo sostenuto come teoria; e l’ateismo pratico, cioè l’ateismo vissuto da persone che vivono come se Dio non esistesse.
Vogliamo guardare le radici filosofiche e teologiche dell’ateismo, e poi, più brevemente, quelle psicologiche e morali.
Le radici filosofiche dell’Ateismo
Le radici filosofiche sono due: il materialismo e l’idealismo.
Il materialista sostiene che solo la materia esiste e dunque Dio, non essendo materia, non può esistere. Il materialista sostiene l’ateismo ‘positivo’, quindi.
L’idealista, invece, sostiene che l’uomo conosce solo le proprie idee: il contenuto della mente, dunque l’uomo non può conoscere Dio: non può essere sicuro della sua esistenza, essendo il concetto di Dio proprio di un Essere fuori della nostra mente. L’idealista sostiene l’ateismo ‘negativo’: l’agnosticismo.
Queste due teorie, materialismo e idealismo, che sembrano aver fatto molto per promuovere l’ateismo contemporaneo, non corrispondono alla realtà.
Il materialismo è inadeguato poiché la materia sola non può fornire una spiegazione adeguata della realtà. Occorrono princìpi più alti per spiegare la complessità dell’universo: la sua divisione in generi e specie ad esempio; per spiegare, inoltre, l’ordine e l’agire delle cose; per spiegare il fatto della conoscenza e della volontà. Occorrono princìpi più alti che, nell’analisi finale, non possono che derivare da un Creatore, Dio.
L’idealismo è anch’esso inadeguato poiché chiaramente non sono le nostre idee che conosciamo, il contenuto della nostra mente, bensì le cose esterne alla nostra mente tramite le nostre idee, e fra queste cose esterne c’è anche, come in seguito dimostreremo, Dio.
Ora, per essere credibile, l’ateo deve non solo dimostrare che Dio non esiste, ma anche deve spiegare l’esistenza e la natura dell’universo senza ricorrere a Lui. Difatti si tenta di spiegare l’esistenza dell’universo con un’esplosione di gas, il così detto Big Bang, e la natura dell’universo con il puro caso e l’evoluzione, ma questo tentativo fallisce.
L’esplosione di gas non spiega l’esistenza dell’universo, in quanto lascia senza spiegazione l’esistenza antecedente del gas e in quanto l’universo è ordinato, mentre un’esplosione è un principio di disordine, piuttosto che di ordine. Anche se spiegasse l’esistenza dell’universo, non spiegherebbe comunque il suo successivo permanere in esistenza.
Inoltre il caso non costituisce una spiegazione adeguata della natura dell’universo perché questa tesi è così improbabile da essere completamente trascurabile. Per il funzionamento dell’occhio, per esempio, occorre che operino simultaneamente tredici processi fisici distinti: un fatto, in effetti, che non potrebbe essere prodotto dal caso. Lo stesso vale per l’evoluzione, come lo stesso Darwin ammette.
In più, il principio dell’evoluzione non basta a spiegare la natura dell’uomo, poiché un uomo possiede un’anima spirituale che non può provenire da un principio inferiore com’è la materia, cioè il corpo di un animale, com’è stato dichiarato da Pio XII (nella foto) nell’Enciclica Humani generis.
In sintesi, l’ateismo filosofico fallisce in quanto non può né dimostrare che Dio non esiste, né spiegare l’esistenza dell’universo senza ricorso a Lui.