La Dormizione della Beatissima Vergine Maria (Parte II)

Avendo meditato su due caratteri della Madonna che hanno reso dolce morte, ovvero il suo distacco dalle cose di questa terra e la sua pace di coscienza, guardiamone adesso una terza, ovvero la sua sicurezza dell’eterna salute. Dopo guarderemo la causa della sua morte.
I peccatori che muoiono con dubbio della loro salute temono con un grande spavento di passare ad una morte eterna, mentre i santi si rallegrano nella loro grande speranza di andare a possedere Iddio nel cielo. ‘San Lorenzo Giustiniani, stando vicino alla morte e sentendo i suoi famigliari che piangevano intorno disse: ‘Andate altrove a piangere: se volete stare qui con me, avete da godere come godo io in vedermi aprire la porta del paradiso ed unirmi col mio Dio.’ Similmente san Luigi Gonzaga , quando ricevette le notizie della morte, esclamò: ‘Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: andremo nella casa del Signore: ‘Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus.’
Eppure gli altri santi non avevano la certezza della divina grazia, né della propria santità, come ne era la Madonna, che già dalla parola dell’Arcangelo Gabriele aveva somma certeza di esssere l’oggetto del sommo favore di Dio: Ave Gratia plena, Dominus tecum, Benedicta tu in mulieribus… invenisti gratiam apud Deum.’ Quanta era la sua certezza della propria salvezza, tanta era la sua allegria alle notizie della morte, del suo transito imminente al possesso pieno e definitivo di Dio.
La causa della morte della Beatissima Vergine Maria
Sant’ Alfonso argomenta che il principio della sua vita era il principio della sua morte. Il principio della sua vita, e dunque anche della sua morte, era l’amore divino.
Bernardino da Bustis scrive che la Madonna, per privilegio singolare non conceduto ad alcun altro santo, amava e stava amando sempre attualmente Dio in ogni istante della sua vita e con tanto ardore che dice san Bernardo esservi stato necessario un continuo miracolo acciocchè ella avesse potuto vivere in mezzo a tante fiamme.
Della Madonna fu già detto dei sacri cantici: ‘Chi è costei che ascende per il deserto quasi colonna di fumo dagli aromati di mirra, e d’incenso, e di ogni polvere e profumerie’ (Cant. 3.6): Un pio autore commenta: ‘La sua totale mortificazione figurata nella mirra, le sue ferventi orazioni significate nell’incenso, e tutte le sante sue virtù unite alla sua perfetta carità verso Dio, accendevano in lei un incendio così grande, che la sua bell’anima, tutta sacrificata e consumata dal divino amore, s’alzava continuamente a Dio qual verghetta di fumo, perché internamente consumata in olocausto dall’incendio dell’amor divino, da lei vampava soavissima fragranza.’
Sant’Alfonso conclude: ‘Qual visse l’amante Vergine, tale morì. Siccome l’amore divino le die la vita, così le die la morte, morendo ella come comunemente dicono i dottori ed i santi Padri, non di altra infermità che di puro amore, dicendo sant’Ildefonso che Maria o non doveva morire, o solo morire di amore’. Amen.