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La disciplina e l’insegnamento

Catechesi08 Marzo 2019
Testo dell'audio

Allevateli nella disciplina e negli ammonimenti del Signore’ scrive San Paolo (Ef 6.4), e il Re Salomone ci insegna: ‘Chi risparmia la verga odia il suo figliolo’ (Prv 13.24). ‘Se ami quel figlio’, commenta Sant’Alfonso, ‘riprendilo e castigalo anche colla sferza, se bisogna, quando è già grandetto’. Ammonisce il padre di non batterlo quando sta in collera, perchè allora è facile eccedere, e il figlio penserà che la punizione non sia per emendarlo ma è solo effetto di ira. L’ideale è punirlo levandogli il mangiare, privandogli di una veste, chiudendolo in camera.

Il padre deve impedire ai figli le occasioni di peccare: indagando il portamento dei figli, informandosi dove va quando esce di casa; vietandogli di frequentare compagni cattivi; licenziando serve giovani di casa; proibendo giuochi pericolosi, letteratura cattiva ed oscena, immagini scandalose; proibendo che le figlie parlino da solo a solo con uomini.

Aggiunge santa Teresa d’Avila (Vita c.2): ‘… vorrei caldamente inculcare ai genitori, di fare molta attenzione alle persone che trattano con i loro figliuoli ancora in tenera età, perchè vi può essere gran pericolo, essendo la nostra natura più inclinata al male che al bene’.

Un gran male è l’indulgenza da parte dei genitori che, quando i figli si infangano in cattive amicizie, in risse e bagordi, invece di sgridarli e castigarli, dicono soltanto: ‘Che si ha da fare? Sono giovani, hanno da fare il corso loro.’ Un altro male è semplicemente tacere per non disgustare i figli. Ma di questi comportamenti sarà da rendere un conto rigoroso al giorno del Giudizio.

Procurate che sin da fanciulli facciano il buon abito…’ dice santo Alfonso, ‘perchè così poi facilmente le praticheranno quando sono grandi’. ‘Quanto è facile ai figli apprendere il bene quando sono piccoli, tanto poi è difficile’, aggiunge, ‘se hanno appreso il male, ad emendarsi quando sono grandi.’ ‘Il giovanetto, preso che abbia la sua strada, non se ne allontanerà neppure da vecchio’ (Prv 22.6).

 

2. L’insegnamento

Si legge nella Sacra Scrittura (Eccl 7.25): ‘Istruiscili e piegali alla sottomissione fin dall’infanzia.’ Con questo insegnamento i genitori inculcheranno ai figli non solo la Fede ma anche il timor di Dio che li tratterrà dal peccato: ‘Sin dall’infanzia insegnava il timor di Dio, e di asternersi da ogni peccato’ (Tob 1.10). Se i genitori non conoscono queste dottrine, devono mandare i loro figli al catechismo.

Inoltre devono istruirli come pregare il Credo, il Pater noster e l’Ave Maria, cose che ogni cristiano è tenuto a sapere sotto colpa grave; di recitare il Rosario; di fare la preghiera di mattina: ringraziando Dio di averli fatti alzare vivi, offrendoGli tutte le azioni buone della giornata e i patimenti che avranno da soffrire, pregando il Signore e la Madonna di custodirli da ogni peccato; di pregare la sera: esaminando la coscienza e facendo l’atto di pentimento; in più di visitare il Santissimo e fare atti di Fede, Speranza, e Carità.

Alcuni padri di famiglia fanno fare ancora in casa ogni giorno la meditazione comune per mezz’ora, aggiunge sant’ Alfonso. I genitori sono tenuti altrettanto di farli confessarsi quando compiono 7 anni, comunicarsi quando ne compiono 10, e cresimarsi quando raggiungono l’uso della ragione.

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