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La crisi ucraina e il progetto di legge Zan

Analisi e commenti26 Febbraio 2022
Testo dell'audio

Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, ha partecipato il 24 febbraio, a un sit-in  davanti all’ambasciata russa per protestare contro l’aggressione di Putin all’Ucraina. La manifestazione era stata promossa dal Partito Democratico per dire “Stop alle armi, Stop all’aggressione armata di Putin, esprimere solidarietà all’Ucraina, sostenere la mobilitazione dell’Italia e dell’Europa per la pace.”

E’ un’iniziativa in sé lodevole. Però il segretario del PD Enrico Letta, è lo stesso uomo politico che si batte per l’approvazione del disegno di legge “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso”, detto “disegno Zan”, dal nome del suo proponente il deputato del PD Alessandro Zan. Questo disegno di legge si propone di tutelare giuridicamente l’identità di genere, ossia tutte le forme di “orientamento sessuale” dirette a separare l’identità sessuale della persona dalla sua identità biologica: in pratica ogni forma di devianza sessuale va protetta e ogni critica a queste devianze sessuali, a cominciare dalla critica dell’omosessualità va criminalizzata e sanzionata dalla legge, in quanto “omofoba”.

Il disegno di legge Zan, dopo essere stato approvato alla Camera dei Deputati, è stato bocciato al Senato, nel mese di ottobre 2021. Ma in una diretta Instagram con Alessandro Zan, Letta, fin da dicembre scorso, ha annunciato di voler “tornare alla carica” nel prossimo mese di aprile. Qualche giorno fa il Partito Democratico ha annunciato una campagna di sensibilizzazione sui temi del disegno Zan, che partirà il 12 marzo a Milano per poterlo riportare in aula dal 27 aprile. 

Ebbene, se Enrico Letta avesse la fede cattolica, quella fede vera e profonda, che giudica le vicende umane in rapporto alla volontà di Dio, se avesse questa fede, non potrebbe ignorare il nesso che esiste tra la guerra appena scoppiata in Ucraina e il disegno di legge Zan e tante altre leggi in procinto di essere approvate in Italia, come quella sull’omicidio del conseziente, o già in vigore in Italia come quella sull’aborto. Tutte queste leggi violano l’ordine naturale e divino, sul quale si radica ogni dovere e ogni conseguente diritto dell’uomo. Esse costituiscono dunque un impressionante allontanamento da Dio delle pubbliche autorità, non solo in Italia, ma nel mondo intero.

Papa Benedetto XV, nel corso della Prima Guerra mondiale, ricordava che “le private sventure sono meritati castighi, o almeno esercizio di virtù per gli individui, e che i pubblici flagelli sono espiazione delle colpe onde le pubbliche autorità e le nazioni si sono allontanate da Dio” (Discorso del 19 febbraio 1917), poiché  spiegava in un altro discorso, “Dio, che governa il mondo nel tempo e nell’eternità, premia e punisce gli uomini, sia individualmente, sia nelle comunità, secondo le loro responsabilità” (Enciclica In praeclara summorum del 30 aprile 1921). 

Se Enrico Letta avesse la fede saprebbe che esiste una legge naturale e divina, che la trasgressione di questa legge costituisce un peccato e che i peccati possono essere privati o pubblici, individuali o collettivi, a seconda che siano commessi da singoli uomini o da nazioni intere, perché una nazione pecca collettivamente quando iscrive la violazione della legge naturale nei propri ordinamenti giuridici.

Gli uomini sono premiati o puniti da Dio nell’eternità, mentre le nazioni, che non hanno eternità, sono premiate o punite su questa terra. E la corruzione morale contemporanea non è solo un peccato degli individui, ma anche della società. Essa viene praticata pubblicamente, ed è entrata nelle abitudini della società. Questo allontanamento da Dio merita i castighi di cui parla non solo il papa Benedetto XV, ma tutta la Tradizione della Chiesa.

Se Letta avesse la fede conoscerebbe i documenti pontifici e saprebbe che il Catechismo della Fede cattolica giudica gli atti compiuti dagli omosessuali come «intrinsecamente disordinati» o «contrari alla legge naturale» (n. 2357), e come tali non certo meritevoli di protezione giuridica.

Se avesse la fede inorridirebbe al pensiero che esiste un progetto di legge che sanzione chi difende la legge naturale e protegge chi la viola.

Se avesse la fede comprenderebbe che il decreto Zan si inserisce in un processo di degradazione morale che dal divorzio e dall’aborto arriva all’eutanasia e al suicido assistito.

Se avesse la fede, intuirebbe come queste leggi attirano castighi sulle nazioni e i castighi che Dio invia alle nazioni che si allontanano pubblicamente da Lui sono le guerre, le epidemie, e ogni altra forma di sciagura collettiva. E’ questo anche il senso del messaggio di Fatima incentrato sulla Russia, che sarà lo strumento del castigo di Dio, prima di convertirsi interamente alla fede cattolica.  

Ma Enrico Letta non ragiona con gli occhi della fede ed è incapace di risalire dalle conseguenze alle cause. Così, mentre manifesta contro la guerra, reclama l’approvazione di atti che della guerra e di ogni altra forma di sciagura costituiscono una delle cause. 

La responsabilità principale di tutto questo, però, non è degli uomini politici come Enrico Letta, ma delle autorità ecclesiastiche che tacciono sulle verità del Vangelo, lasciando che il mondo corra verso l’abisso.

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