La Castità

Abbiamo detto che il Peccato originale ha separato i sensi, le emozioni, e quindi anche la sessualità dal controllo completo della ragione e perciò li ha disordinati. Questa mancanza di controllo e di ordine della natura caduta, si chiama ‘concupiscenza’. La virtù con cui l’uomo può dominarla è la virtù cardinale della temperanza, o moderazione.
Nell’ambito della sessualità questa virtù si chiama ‘castità’. La parola ‘castità’ viene dalla parola latina castigare, e esprime la visione da parte della Chiesa che la vita è una battaglia tra il bene e il male, una battaglia che richiede dagli uomini ascesi e mortificazione, come nella frase di san Paolo: «Castigo il mio corpo e lo trascino in schiavitù» (1Cor 9,27).
Per gli sposi la castità equivale alla moderazione negli atti e nei piaceri sessuali. In questo contesto il Catechismo di Trento parla della modestia degli sposi e della astinenza saltuaria dall’atto coniugale, secondo la parola di san Paolo: «per meglio pregare Iddio» (1Cor 7,5-7).
La castità degli sposi può, in alternativa, significare l’astinenza totale dalla sessualità, persino, se tutti e due gli sposi sono d’accordo, per tutto il corso del matrimonio: la Chiesa ha un’alta stima per i matrimoni perfettamente casti senza che questo significhi il disprezzo dell’atto coniugale.
Per coloro che non sono sposati, la castità equivale all’astinenza completa dagli atti sessuali. Il Catechismo di san Pio X insegna: «Per mantenerci casti conviene fuggire l’ozio, i cattivi compagni, la lettura dei libri e dei giornali cattivi, l’intemperanza, il guardare le immagini indecenti, gli spettacoli licenziosi, le conversazioni pericolose, e tutte le occasioni di peccato» (n. 430).
Una persona che trova le sue forze naturali inadeguate per mantenere la castità, deve pregare l’aiuto di Dio, che non chiede mai l’impossibile. Viene raccomandato il ricorso frequente al sacramento della Penitenza, alla santa Comunione quando la persona è nello stato di grazia, e la recitazione fervorosa del santo Rosario.
L’aiuto necessario verrà dato in modo particolare agli sposi mediante le grazie inerenti il sacramento del Matrimonio. Ciò che abbiamo esposto sopra sul legame del Matrimonio, sulle sue due finalità, sul suo scopo divino e sulla castità si riferisce al Matrimonio in genere: come istituzione della legge naturale.
Si rapporta ad ogni Matrimonio valido, e dunque anche al Matrimonio di quelle coppie che appartengono ad altre religioni come il giudaismo, il buddismo, l’islam, e anche quello di coloro che non professano alcuna religione. Nostro Signore Gesù Cristo ha elevato questa istituzione naturale a Sacramento di cui possono godere tutti i battezzati.