< Torna alla categoria

L’infallibilità della Fede

Catechesi01 Febbraio 2018
Radio Roma Libera - L'infallibilità della Fede
Testo dell'audio

Avendo trattato dell’immutabilità delle verità di Fede, vogliamo trattare ora dell’infallibilità di una parte di queste verità ossia di quelle che si chiamano “i dogmi”. I dogmi sono quelle verità di Fede, già proposte dalla Chiesa da credere come tali.

Se le verità della Fede sono immutabili in quanto hanno come oggetto Dio Che è il Vero Stesso – la prima Veritas in essendo – i dogmi sono infallibili in quanto sono insegnati da Dio, Che è il Veritiero Stesso – la prima Veritas in dicendo -.

1) L’Infallibilità della Chiesa

Il Vangelo di san Matteo si conclude con queste parole di nostro Signore Gesù Cristo ai suoi Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra, andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni … insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt. 28. 18-20).

Con queste parole il Signore elargisce alla Chiesa, nella forma degli Apostoli e dei loro successori, il munus docendi, l’ufficio di insegnare, così istituendo la Chiesa Docente. Questo munus docendi della Chiesa è una partecipazione a quello del Signore e può essere esercitato in modo infallibile in quanto il Signore è il Veritiero Stesso Che non può né ingannarsi, né ingannare: “qui nec falli, nec fallere possit” (cfr. Concilio Vaticano I).

Il Signore garantisce l’infallibilità dei dogmi colle parole: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” e con le parole, durante l’Ultima Cena, “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga sempre con voi lo Spirito di verità” (Gv.14,16-17).

2) L’Oggetto dell’Infallibilità

Qual’ è l’ambito di questo insegnamento?

L’ambito di questo insegnamento viene espresso con le parole “tutto ciò che vi ho comandato” ed è la Rivelazione intera. La Rivelazione – o il Depositum Fidei – ha due fonti, che sono la Sacra Scrittura e la Tradizione orale e consiste in ciò che si chiama “le verità della Fede” (in senso ampio) o “le verità della religione“. Queste verità si distinguono nelle verità della Fede (in senso stretto) e nelle verità della morale.

Le verità della religione, in quanto proposte dalla Chiesa da credere come tali, sono i dogmi. Solo queste verità sono state dichiarate in modo infallibile, così che chi le nega cade nell’Eresia.

Non tutte le verità della religione sono ancora dogmi, ma solo quelle che sono già state proposte dalla Chiesa da credere come tali. Le altre si possono chiamare “dogmi” solo nel senso virtuale o materiale del termine.

3) Il Soggetto dell’Infallibilità

Il Concilio Vaticano I (Sess.3 cap.3) dichiara: “… tutto deve essere creduto con Fede divina e cattolica che è contenuto nella Parola di Dio, scritta o tramandata, e che è stato proposto dalla Chiesa da credere come divinamente rivelato, sia con giudizio solenne o con il suo magistero ordinario ed universale“.

Il testo conciliare appena citato insegna che il soggetto dell’Infallibilità è la Chiesa. Più precisamente è l’Episcopato intero in unione al Papa o il Papa solo.

Un soggetto dell’Infallibilità è l’Episcopato intero, dunque, secondo la parola di san Cipriano: “La Chiesa è nei Vescovi“. I Vescovi sono infallibili quando dichiarano un dogma o “con giudizio solenne” o “con il suo magistero ordinario ed universale“. Nel primo caso dichiarano un dogma in “modo straordinario“, nel secondo caso in “modo ordinario“.

Lo dichiarano in modo straordinario in un Concilio generale ed ecumenico (nel senso che tutti i Vescovi cattolici del mondo vengono invitati e in numero sufficiente assistono per poter rappresentare l’Episcopato intero).

Solo il Papa può convocare e chiudere un tale Concilio; si svolge sotto di lui in quanto suo Capo e non può mai contraddirlo. Il Papa partecipa ai Vescovi il suo potere per gli scopi del Concilio, ma solo lui può confermare e promulgare le loro decisioni.

I Vescovi dichiarano un dogma in modo ordinario, quando lo dichiarano in virtù del “magistero ordinario ed universale” della Chiesa. Questo avviene quando insegnano dottrine cattoliche nelle loro diocesi unanimemente tra di loro e con il Papa. Esempi ne sono i catechismi diocesani (prima di esser stati contaminati dal Modernismo).

Un soggetto di infallibilità è dunque l’Episcopato intero assieme al Papa; l’altro è il Papa. Il Concilio Vaticano I (Sess. 4. cap. 4) proclama che “il Papa, quando parla ex cathedra, cioè quando definisce come Pastore e dottore di tutti i cristiani in virtù della sua suprema ed apostolica autorità, che una dottrina della Fede o della morale è da tenere dalla Chiesa Universale, gode, in virtù dell’assistenza divina a lui in san Pietro promessa, dell’infallibilità colla quale il divin Redentore ha voluto che la Sua Chiesa fosse istruita nel definire una dottrina della Fede o della morale (9).”

Il Concilio Vaticano I in questo passo descrive l’infallibilità del Papa nei termini dell’infallibilità che il Signore ha elargito alla Sua Chiesa. Ciò significa che il Papa è un soggetto dell’Infallibilità della Chiesa.

Ci sono vari motivi per cui il Papa deve essere infallibile: lui è la “Pietra“, che garantisce l’unità e la sicurezza della Chiesa (Mt. 16.18); lui ha ricevuto il potere di legare e di sciogliere (Mt. 16.19), che comprende il potere di esporre il vangelo; lui ha ricevuto il mandato di pascere il gregge dei fedeli (Gv. 21. 15-17) che comprende l’insegnamento della verità e la difesa contro l’errore; e lui ha ricevuto il mandato di “confermare i suoi fratelli” (Lc. 22. 31-33), cioè nella Fede di fronte a tutti i pericoli che si possono dare nel corso dei secoli.

Il Papa esercita la sua infallibilità sempre “con giudizio solenne“. Aggiungiamo a questo punto che i dogmi proposti con giudizio solenne (o dal Papa o dall’Episcopato intero) si chiamano più precisamente i “dogmi definiti“. Si definiscono in forma degli anatemi, dei canoni, dei simboli, e delle professioni della Fede.

Il Concilio Vaticano II non ha proclamato dogmi, perché mancava l’intenzione. Ci sono constatazioni dogmatiche dentro di esso, ma solo come reiterazione di dogmi già definiti antecedentemente. Piuttosto di proclamare dogmi, questo Concilio ha di fatto oscurato dogmi, ad esempio il dogma per il quale, fuori della Chiesa, non c’è salvezza.
______________

9 ‘Romanum Pontificem, cum ex cathedra loquitur, id est, cum omnium Christianorum pastoris et doctoris munere fungens pro suprema sua Apostolica auctoritate doctrinam de fide vel moribus ab universa Ecclesia tenendam definit, per assistentiam divinam ipsi in beato Petro promissam, ea infallibilitate pollere, qua divinus Redemptor Ecclesiam suam in definienda doctrina de fide vel moribus instructam esse voluit…

(nella foto, il dogma dell’Assunzione di Maria in Cielo, interpretato da Guido Reni nel 1642).

Da Facebook