Il Santo Sacrificio della Messa – la Scuola e la Fonte da cui La Vita Cattolica riceve il suo Spirito di Sacrificio – Parte XIII

Essi hanno tratto questo eroismo, questa letizia nel loro sacrificio, principalmente dal Sacrificio e dal Sacramento dell’Eucaristia; poiché la Chiesa afferma che sull’altare viene offerto quel Sacrificio in cui ogni martirio ha la sua origine e la sua fonte, e che il Signore, con i suoi meravigliosi misteri, donava ai martiri quella forza e quella grazia invincibili, con le quali, nel loro sanguinoso combattimento, trionfavano sui dolori e sui terrori di una morte violenta. L’intima e suggestiva connessione tra il martirio cristiano e il sacrificio eucaristico è simbolicamente espressa dalla conservazione delle reliquie dei martiri nell’altare sul quale si celebra la Messa.
Così la Chiesa cattolica, nel suo insieme, conduce una vita di costante sacrificio, – una vita trascorsa in opere di misericordia e in atti di carità, così come una vita piena di combattimenti e sofferenze – nell’amare i suoi nemici, facendo del bene a coloro che la odiano, benedicendo coloro che la maledicono, e pregando per coloro che la calunniano (Lc 6, 27-28). La forza celeste necessaria per raggiungere questo obiettivo attinge dai “misteri divini dell’altare, da cui viene continuamente nutrita e alimentata”. Finché la Chiesa cammina sulla terra – questa dimora di dolore, tribolazione e miseria – Cristo vuole rimanere con essa come Vittima del sacrificio per essere immolato quotidianamente nel suo seno in modo misterioso, per infonderle continuamente lo spirito del martirio, assieme allo spirito di lieta perseveranza e privazione.
Poiché la Chiesa si offre nella Messa con Cristo, Essa “porta con sé dal Santo Sacrificio una duplice risoluzione e una doppia forza: la decisione e la forza di sopportare e praticare con pazienza e pronta obbedienza tutto ciò che Dio può decretare a suo riguardo, di essere contenta in ogni condizione, in ogni circostanza della vita, di essere lieta nella sofferenza,
paziente nella morte, di offrire la vita e la morte a Dio; poi la risoluzione e la forza di offrire liberamente e amorevolmente sacrifici, e di sacrificarsi per i fratelli.
Sia benedetto quel servizio divino che mette in pratica questa duplice offerta di obbedienza e di amore volontario, e con esso trasforma anche la nostra miserabile vita in un servizio divino. Beati i nostri altari, sui quali il Cielo stesso discende in obbedienza e amore, per poi riversarsi sul mondo scontento, lamentoso ed egoista. Il mondo accetta tutti questi benefici e sacrifici senza domandarsi dove cresce l’albero che fornisce questo frutto celeste. Il mondo subisce pigramente di essere alquanto inondato di benedizioni, senza chiedersi dove sia la fonte di queste benedizioni, proprio come gli egiziani che permettono al Nilo di irrigare le loro terre, senza chiedersi dov’è la sua sorgente.
Dov’è la fonte di tutto questo sacrificio di sé? Nelle nostre chiese, sui nostri altari, nel Santo Sacrificio della Messa. Lì, giorno dopo giorno, si rivela l’infinito amore sacrificale di Cristo. Da lì scaturisce nella povera natura umana anche la forza di sacrificarsi. Perciò anche le anime più alte e più nobili hanno sete di questo Santo Sacrificio. La fonte viva delle benedizioni sarebbe chiusa, se il Santo Sacrificio fosse abolito tra i fedeli. Dove il Santo Sacrificio non esiste più, è scomparso anche il grande spirito cattolico del sacrificio di sé e dell’amore. Il Sacrificio della Croce è giunto fino a noi e con esso, come nostra eredità, il mistero del nostro sacrificio, il mistero e la forza della pazienza e dell’obbedienza, come anche dell’amore che si sacrifica liberamente. Andiamo quindi ad assistere al Santo Sacrificio della Messa, offrendo quotidianamente come sacrificio a Gesù, che lì offre se stesso per noi, i nostri pensieri, parole e azioni, le nostre gioie e le nostre sofferenze” (Eberhard).