Il Santo Sacrificio della Messa – la Scuola e la Fonte da cui La Vita Cattolica riceve il suo Spirito di Sacrificio – 4 parte

La degna celebrazione della Messa, così come la devota presenza ad essa,
indipendentemente dalle grazie da ottenere, appartiene ai principali mezzi di virtù; perché la
liturgia della Messa è per sua natura calcolata per impressionare e commuovere
profondamente tutti coloro che vi prendono parte con fede e attenzione, per eccitare e
risvegliare nel celebrante e nei fedeli presenti, pensieri e sentimenti pii, gli affetti sani, i
propositi e gli atti accettabili a Dio delle diverse virtù. Il Sacrificio Eucaristico è così costituito
da essere una scuola, in cui le virtù più molteplici sono risvegliate e nutrite, rafforzate e
purificate. Dall’altare procede l’impulso a tutti gli sforzi per inseguire le virtù superiori, verso
una vita di perfezione.
Dobbiamo progredire nella via della salvezza, dobbiamo crescere nella conoscenza e
nell’amore di Gesù Cristo; ma dove altro troveremo più incitamento alla pietà, dove cibo più
puro, più sano e più rinforzante dell’anima per una vita virtuosa e religiosa che nel Sacrificio
della Messa? Fede, speranza e carità, umiltà e mitezza, obbedienza e pazienza, gratitudine e
rassegnazione, abnegazione e rinuncia, insomma tutte le virtù fioriscono nell’atmosfera
celeste che circonda l’altare durante la Messa. Perché nella Messa, nostro Signore compie
misticamente, alla presenza dei fedeli, l’intera opera di redenzione – offre la Sua vita di
sacrificio e la Sua morte sacrificale – ed Egli appare così nella più stretta vicinanza a noi
come il Modello più luminoso e più influente di ogni virtù e santità. Potrebbe l’Uomo-Dio
praticare e rivelare il Suo ardente e gioioso amore per il sacrificio, la Sua umiltà e la Sua
obbedienza, il Suo amore per la povertà, mortificazione e oscurità in un modo più
sorprendente di quanto faccia nel Sacrificio Eucaristico?
Nostro Signore una volta mostrò a S. Mechtilde [Matilde di Hackeborn] un grande anello che
circondava Se stesso e la propria anima; questo anello conteneva sette pietre preziose, a
significare le sette forme in cui il Signore è presente nel Santo Sacrificio per la nostra
salvezza. Egli viene, cioè, sull’altare in così grande umiltà che nessuno è così misero, che il
Signore non si abbassi a lui, se solo l’uomo Lo desidera; con tanta pazienza che non c’è
peccatore o nemico che non possa sopportare e a cui non concederà la piena liberazione dei
suoi peccati, se solo cerca di riconciliarsi con Lui; – con tale amore, che nessuno è così
freddo o indurito, il cui cuore Egli non possa infiammare e intenerire, se lo desidera; – con
tale sconfinata generosità, che nessuno è così povero che Egli non possa arricchire
immensamente; come cibo così dolce e gradevole, che nessuno è così malato o affamato da
non esserne pertanto rinvigorito e saziato; – con tale luminosità, che nessun cuore è così
accecato e oscurato, da non essere illuminato e purificato dalla Sua presenza; con tanta
pienezza di santità e grazia, infine, che non c’è nessuno così pigro e così distratto, da non
essere suscitato e ispirato alla devozione dal Suo amore.