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Il Santo Sacrificio come esempio nella vita di tutti i giorni

Liturgia29 Ottobre 2020
Testo dell'audio

La Santa Messa quotidiana mette sotto i nostri occhi l’albero della Croce con le sue braccia alzate al cielo, i suoi rami striminziti portano il dolce frutto del Corpo di Cristo. Il Monte Calvario si distende sopra l’Altare proprio davanti ai nostri occhi, e il calice riceve di nuovo il Sangue di Gesù Cristo. Ma allora, pochi hanno potuto testimoniare la Messa cruenta che Gesù Cristo, Sommo Sacerdote, celebrò da Sé Stesso sull’Altare di Monte Calvario; In quel tempo quando gli uomini furono ignoranti del grande evento epocale che li avvolgeva, fu la natura stessa a compiere i riti funebri per il loro Creatore.

La terra tremò come sconvolta dall’emozione, le rocce si spezzarono. Lo spaccare delle rocce era come gli rintocchi di una campana che annunciano la Sua morte. Lo splendore della luce del giorno si velò di buio universale, pesanti tende calavano sullo splendido tempio del creato, e il sole, coprendo il suo volto, si apprestò alla triste processione. Questo lutto nel vastissimo tempio della creazione inanimata è davvero sublime nella sua grandezza e terribilmente impressionante nella sua bellezza. Ma ancor più belli, visti cogli occhi dell’anima sono le ossequi, gli atti, gesti ossequiosi che vengono compiuti durante il Sacrificio della santa Messa.

Con l’istituzione della Santa Messa, quel sacrificio che viene offerto per tutti i secoli, e traccia il suo corso con il sole attorno al mondo dall’est ad ovest, ogni cristiano ha il privilegio di essere presente al Sacrificio del Signore, di aggregarsi alla processione funebre, di trovarsi ai piedi della Croce, sgomento per i sentimenti di contrizione, gratitudine e amore. Ora sì che il Signore spezza i cuori di pietra, ora sì che l’anima si riempie di dolorosa contrizione per i peccati e si riveste di lutto, ora sì che l’interiore dell’uomo si ravviva con la meditazione sulle innominabili sofferenze di Cristo e la Sua morte. In questo modo la morte di Cristo è posta davanti agli occhi e i cuori dei cattolici ogni giorno. Mirano il Libro aperto delle Sue ferite e della Sua morte; la Santa Messa stessa proclama la Sua morte. E questo linguaggio è comprensibile a tutti i cristiani che non hanno abbandonato la pratica della loro fede.

È comprensibile ai più semplici dei contadini; quando essi congiungono le mani, ruvide per il duro lavoro, e le appoggiano sul dorso dei banchi, e quando recitano il Rosario, loro richiamano alla mente mentre pregano, i misteri della presentazione, la passione, e la morte di Cristo. I ferventi sono sempre stati propensi, sinanche dai primi tempi della Chiesa, a meditare profondamente sulla passione di Cristo.

L’affabile domenicano, Henry Suso, raccontò che sua madre, una persona semplice, ebbe a dirgli una volta che per trent’anni non le è mai capitato di partecipare alla Santa Messa senza meditare sulla passione di Cristo e essere intenerita fino alle lacrime. Ma non dobbiamo immaginare che il Sacrificio della Messa, il quale ci fa entrare profondamente nei misteri portandoci sotto la Croce di Cristo, sia un ostacolo alla vita attiva ordinaria, ossia, che produca sentimenti adatti solo alla vita contemplativa…che porti a sminuire e trascurare i doveri del nostro stato di vita.

Ma non è affatto così; il Santo Sacrificio della Messa è in stretto rapporto con la dura vita pratica: invita il fedele a portare con sé i pesi e le prove della vita, ed offrire sé stesso insieme alle proprie croci in unione con Cristo. Il Santo Sacrificio ci ispira e ci persuade di prendere ad esempio per la nostra condotta lo spirito di sacrificio di Gesù Cristo, perché la vita intera sia animata dalla risoluzione di compiere ogni sacrificio necessario.

Tale è la forza e la grandezza della Santa Messa: “attraverso i suoi misteri ci porta fino alle porte di Paradiso, ma allo stesso tempo essa abbraccia le privazioni e le sofferenze più umili (Eberhard)”. “Tutte le volte che celebri o partecipi alla Santa Messa, dovrebbe sembrarti meravigliosa e grande e nuova come se il Signore in quel medesimo momento scendesse per la prima volta nel grembo della Vergine e diventa uomo, o, fosse appeso solo in quell’istante sulla Croce dove soffre e muore per la salvezza dell’umanità” (De Civit.Dei).

E dunque, la partecipazione frequente e devota al Santo Sacrificio è una scuola che ci sprona alla pratica di ogni virtù e perfezione. E in questa scuola saremo istruiti nella scienza della salvezza e dei Santi quando la liturgia della Messa non sarà più un libro sigillato dai sette sigilli, ma quando avremmo penetrato il guscio e raggiunto il germe, e quando avremmo capito quali misteri sono in esso celati, e cosa significa il rito del sacrificio e le sue preghiere e le sue cerimonie.

E la Santa Messa non è soltanto una scuola che guida e incita alla pratica delle diverse virtù, ma è anche una sorgente inesauribile che sgorga copiosamente quelle forze e grazie tanto necessari per vivere una vita di sacrifici

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