Il rapporto tra il Sacrificio della Messa e il Sacrificio della Croce (Parte VI)

Da tutto ciò che è stato detto finora per quanto riguarda il rapporto tra il Sacrificio della Messa e quello della Croce, è evidente quanto sgradevole e ridicola sia l’obiezione offensivamente spesso ripetuta, che il Sacrificio della Messa sottovaluta e toglie valore e dignità al Sacrificio della Croce. Il Sacrificio dell’Altare è, per sua stessa natura e oggetto, la riproposizione vivente del Sacrificio della Croce e l’applicazione perpetua dei suoi frutti.
Pertanto, la Messa non getta nell’ombra la morte di Cristo sulla Croce, ma, al contrario, la espone piuttosto alla luce più chiara e fulgida. Non vi è certamente una testimonianza più gloriosa della necessità e della proficuità, delle grazie inesauribili e delle benedizioni del Sacrificio cruento della redenzione, che proprio questa celebrazione perpetua del Sacrificio dell’Eucaristia. All’altare milioni attingono e bevono dalla fonte di grazia del Sacrificio della Croce, senza che le sue acque curative si prosciughino o diminuiscano.
L’amara morte sacrificale di Cristo sulla Croce dovrebbe essere profondamente impressa nella nostra mente, e dovrebbe vivere immutabilmente fresca nei nostri ricordi e nei nostri cuori. Come si può ottenere questo più facilmente e con certezza se non con la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, in cui la morte cruenta e sacrificale di Cristo, con tutte le sue benedizioni, ci viene presentata in modo così vivido e così toccante e, anzi, è anche, in un certo senso, rinnovata? Dov’è più stimata e più ferventemente coltivata la devozione alla passione e alla morte di Cristo, dov’è più fortemente inculcato e più fervidamente praticato l’amore alla Croce e al Crocifisso che non in seno alla Chiesa cattolica, in cui su migliaia di altari la morte cruenta di Cristo viene celebrata ogni giorno in modo incruento, misticamente proclamata e tenuta in costante ricordo?
Ogni altare è un mistico Monte Calvario, sulla cui sommità sventola “lo stendardo della Croce”, alla cui vista l’anima credente, profondamente commossa, entrando seriamente in sé stessa, esclama: “Il mio Amore è crocifisso !” Ma togliete il Sacrificio memoriale dell’altare, e prima o poi il grande Sacrificio di espiazione, offerto sul Golgota quasi diciannove secoli fa, scomparirà in una distanza mitica, e con essa la personalità del Salvatore e l’intera opera del Redentore cadranno più o meno in un deplorevole oblio.
“Ah! mio dolce Bene, sovrano Signore e dolce ospite dell’anima mia, vorrei porre ancora una domanda. Ditemi, caro Signore, quale vantaggio può derivare dalla Messa? È necessario che ogni giorno la Tua morte sia celebrata di nuovo, dato che certamente hai fatto abbastanza per il mondo intero il Venerdì Santo? Sì, anche se ci fossero stati mille mondi, avresti fatto ancora abbastanza per tutti loro! – Gesù Cristo: Questo ho fatto per il Mio grande amore, e per l’umanità ho progettato questa deliziosa invenzione dell’amore; poiché gli uomini ne hanno quotidianamente bisogno a causa della loro umana fragilità, ho voluto che quel degno Sacrificio fosse offerto di nuovo ogni giorno per i peccati e la debolezza degli uomini, secondo le parole di S. Tommaso: Tutta la fecondità e i vantaggi operati da Dio nel giorno in cui Egli morì, si trovano ogni giorno in ogni Santa Messa, e la stessa grazia è ricevuta da tutti coloro che partecipano degnamente del santissimo Corpo di nostro Signore. – I nostri ardenti desideri dovrebbero condurci ad avere l’anelito di assistere a tutte le Messe celebrate in tutto il mondo. In ogni Messa (a cui assistiamo) dovremmo sforzarci di ricevere il Santissimo Sacramento, raccomandando a Dio nelle nostre preghiere tutti coloro che nel nostro amore abbiamo in mente, sia vivi che morti. In questo modo, partecipiamo non solo alla Messa alla quale assistiamo, ma anche a tutte le Messe celebrate in tutto il mondo.”