Il rapporto tra il Sacrificio della Messa e il Sacrificio della Croce (Parte II)

L’offerta sacramentale del Corpo e del Sangue di Cristo sull’altare è spesso designata nella tradizione come la figura, la rappresentazione, il simbolo della passione e morte sacrificale di Cristo sulla Croce.
Gaudenzio si esprime felicemente su questo argomento: “Cristo ha voluto che i suoi benefici debbano essere impartiti a noi in modo permanente; Egli ha voluto che le anime debbano essere santificate per mezzo della rappresentazione della Sua stessa passione. Per questo, Egli incaricò i Suoi fedeli discepoli, che ordinò come primi sacerdoti della Sua Chiesa, per celebrare senza sosta questi misteri di vita eterna, che tutti i sacerdoti dovrebbero celebrare in tutte le chiese dell’universo fino al suo ritorno dal cielo, affinché anche i sacerdoti stessi e tutte le nazioni credenti abbiano ogni giorno una replica (una vera rappresentazione) della passione di Cristo davanti ai loro occhi, possano portarlo nelle loro mani, riceverlo nelle loro bocche e nei loro cuori – e così mediante questa celebrazione il ricordo della nostra redenzione potrà essere sempre impresso nelle loro menti.“
S. Gregorio Magno scrive: “Il sacrificio eucaristico preserva in modo unico l’anima dalla perdizione eterna, così come rinnova misticamente la morte del Figlio unigenito di Dio“. Perché sebbene Cristo sia risorto dai morti, Egli non muoia più, e la morte non abbia più dominio su di Lui, tuttavia nella sua vita immortale e imperitura Egli è sacrificato di nuovo per noi in questo mistero di sacra oblazione. Consideriamo dunque con attenzione tutto ciò che questo Sacrificio è per noi, poiché per la remissione dei nostri peccati rappresenta continuamente la passione del Figlio unigenito di Dio.
In un senso simile, le parole della consacrazione pronunciate separatamente sul pane e sul vino, che fanno sì che il Corpo e il Sangue di Cristo siano presenti sotto le diverse specie, sono designate come una spada spirituale, discreta e incorporea, con la quale la Vittima viene uccisa sull’altare. Per questo S. Gregorio di Nazianzo rivolge la seguente petizione ad Anfilochio: “Non tardare a pregare per me, quando con la parola (di consacrazione) si invoca la Parola (= il Figlio di Dio), quando con una separazione incruenta si uccide il Corpo e il Sangue del Signore con il coltello sacrificale della Sua parola.”
Infine, quanto è cara ai cattolici e quanto è diffusa tra loro la devozione e l’ascolto della Santa Messa; la considerano come una rappresentazione mistica, una celebrazione incruenta della passione e morte di Gesù Cristo! – Alle nostre chiese Cristo non avrebbe potuto dare alcun mezzo più efficace o più appropriato per preservare il ricordo della nostra redenzione, che il Suo Corpo e Sangue, il prezzo del nostro riscatto. Come potremmo non ricordarci della nostra redenzione, quando abbiamo davanti agli occhi il Corpo di Cristo misticamente sacrificato nella morte per la nostra salvezza e il Suo Sangue versato per i nostri peccati?
Alla stessa vista di questi segni visibili (in cui noi contempliamo con fede incrollabile il vero Corpo e Sangue di Cristo) i nostri cuori dovrebbero essere incoraggiati a pensare alla redenzione dell’umanità, salvata da questo Corpo e Sangue, e noi dovremmo essere infiammati di devozione e commossi per implorare dal più profondo del nostro cuore che Dio, a causa di questo santo e prezioso Sacrificio che in questo Corpo e Sangue è stato offerto una volta per la redenzione dell’umanità, possa concedere che ci sia utile per la nostra riconciliazione con Lui stesso, e attraverso la Sua misericordia per la nostra salvezza e beatitudine. Affinché questo ricordo possa rimanere nella prassi costante della Chiesa di Cristo, Egli ha conferito ai Suoi Apostoli il sacerdozio della Nuova Legge, ordinando loro di celebrare questo Sacrificio: Fate questo in memoria di Me.