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Il rapporto tra il Sacrificio della Messa e il Sacrificio della Croce (Parte I)

Liturgia11 Agosto 2021
Testo dell'audio

Nella celebrazione eucaristica si trovano tutte le condizioni essenziali per un sacrificio; perciò essa è un vero e reale sacrificio. Il Dio-Uomo – il suo corpo e il suo sangue – è realmente immolato sull’altare (immolatur) e non solo rappresentato e offerto (offertur) al Padre celeste. Alle caratteristiche essenziali del Sacrificio Eucaristico appartiene la sua peculiare relazione interiore con il Sacrificio della Croce. I sacrifici prima di Cristo hanno infatti prefigurato il futuro Sacrificio della Croce; ma il Sacrificio della Messa è in modo infinitamente più perfetto una copia del Sacrificio della Croce compiuto sul Calvario.

L’Eucaristia è per sua natura un sacrificio relativo, cioè un vero sacrificio in sé, ma che allo stesso tempo si riferisce al Sacrificio della Croce e lo rappresenta oggettivamente. È in conseguenza dell’istituzione compiuta da Cristo che questa relazione con la Sua morte sacrificale è una caratteristica essenziale della Messa. Pur esponendo questo punto, mostreremo anche chiaramente l’identità del Sacrificio della Messa con quella della Croce, così come la differenza che esiste tra di loro.

Gesù Cristo ha lasciato alla sua Chiesa nell’Eucaristia un vero e proprio Sacrificio, “in modo che per mezzo di essa quel Sacrificio cruento, che Egli offrì una volta sulla Croce, potrà essere sempre reso presente e la sua memoria sarà preservata fino alla fine del mondo, e il suo potere di guarigione sarà applicato e speso per la remissione di quei peccati commessi quotidianamente da noi.” Secondo la dottrina della Chiesa, la Santa Messa non è un mero memoriale di sacrificio, ma un vero sacrificio commemorativo, cioè un vero sacrificio dotato di carattere commemorativo. La Messa non è una semplice oscura copia, ma la rappresentazione vivente ed essenziale del Sacrificio della Croce.

Che la celebrazione dell’Eucaristia sia la rappresentazione della morte sacrificale di Cristo, è evidente anche dalle parole dell’istituzione. Nostro Signore stesso chiama il Sacrificio Eucaristico il dono del Suo Corpo e lo spargimento del Suo Sangue. Con la scelta di queste parole, Egli non voleva significare solo il vero sacrificio del Suo Corpo e Sangue sacramentale, ma, allo stesso tempo, indicare che il modo e le modalità di questo sacrificio mediante il mistico spargimento di sangue sotto le specie separate rappresentavano simbolicamente la violenta separazione del Suo corpo e del Suo sangue, il reale versamento del Suo Sangue sulla Croce.

Egli da poi ai Suoi Apostoli e ai loro successori nell’ufficio sacerdotale il comando e il potere di celebrare l’Eucaristia in memoria di Lui. L’Apostolo spiega e comprova questo comando, aggiungendo che la celebrazione dell’Eucaristia è di per sé sempre un annuncio effettivo della morte di Cristo e deve, quindi, essere perpetuata tra i cristiani fino a quando il nostro Signore tornerà nella gloria alla consumazione del tempo per giudicare il mondo (1Cor 11, 26).

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