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Il Presepe Vivente di Greccio

Tesori d'Italia26 Dicembre 2018
Testo dell'audio

Nell’autunno del 1223 Francesco si trovava a Roma per ottenere l’approvazione della Regola definitiva scritta per i suoi frati e presentata al Pontefice Onorio III. Alle porte dell’inverno un pensiero dominava la mente di Francesco: l’avvicinarsi della ricorrenza della nascita del Redentore.

Così il Santo si fece audace e, durante l’udienza pontificia, chiese umilmente al Papa la licenza di poter rappresentale la natività. Dopo il suo viaggio in Palestina, infatti, Francesco, era rimasto profondamente impressionato e aveva conservato una speciale predilezione per il Natale.

Ottenuta l’approvazione, scelse quindi l’umile paese montano di Greccio, la somiglianza di quei luoghi con Betlemme per rievocare la nascita del Salvatore.

Francesco istituisce il presepe a Greccio

Greccio è un paese di origine medievale ubicato sui monti, sull’orlo occidentale della valle reatina, da dove circondato da fitti boschi di quote ed elci, domina una valle stupenda

Francesco era stato in queste zone fin dal 1209. Aveva affidato a un tizzone acceso, lanciato da un fanciullo, il luogo dove sarebbe sorto il convento. Il tizzone lanciato dalla porta del paese colpì la parete del Monte sulla quale si trova oggi, abbarbicato tra un folto querceto, il Santuario.

Giunto dunque a Fonte Colombo, san Francesco mandò subito a chiamare Giovanni Velita, signore di Greccio e amico devoto del Santo,chiedendogli di apprestare tutto il necessario perché “voglio vedere, almeno una volta, con i miei occhi, la nascita del Divino infante”.

Da più parti, Francesco convocò i frati mentre le grida degli araldi fecero accorrere tutti gli abitanti di Greccio. Dai luoghi più vicini e lontani si mossero verso il bosco con torce e ceri luminosi verso l’evento che avrebbe elevato Greccio a punto di riferimento della Cristianità.

Così nella grotta che è oggi la Cappella di Santa Lucia, nella notte di Natale del 1223, san Francesco rievocò, in presenza d’una folla di fedeli, il divino mistero della natività del Redentore, istituendo la sacra rappresentazione del Presepe. Da quella notte il nome di questa località sabina è conosciuto in tutto il mondo.

La commozione di Francesco

Intento di Francesco era anche quello di far capire ad un popolo “rozzo” e lontano dagli insegnamenti cristiani, l’evento misterioso della nascita di Gesù. Così, Greccio, luogo “ricco di povertà”, ebbe il privilegio di vedere la realizzazione del primo Presepe Vivente. Narra Tommaso da Celano che Francesco «fu talmente commosso nel nominare Gesù Cristo, che le sue labbra tremavano, i suoi occhi piangevano e, per non tradire troppo la sua commozione, ogni volta che doveva nominarlo, lo chiamava il Fanciullo di Betlemme».

Le cronache raccontano ancora di come Francesco vedesse realmente il bambino sulla mangiatoia, scuotersi come dal sonno e andare ad accarezzare il volto. Un cavaliere di grande virtù e degno di fede asserì di aver visto quella notte un bellissimo bambinello dormire nel presepe e il Santo stringerlo al petto con tutte e due le braccia.

La narrazione della visione di questo devoto cavaliere è resa credibile non solo dalla santità di colui che la vide, ma anche dai miracoli che ne seguimmo come quello della paglia di quel presepe, che servì per sanare in modo prodigioso le malattie degli animali e per allontanare le pestilenze. Così ebbe origine la tradizione del presepe che si costruisce in tutto il mondo cristiano, per ricordare la nascita del Redentore.

Il Presepe di Greccio oggi

Nel 1972, a cura della Pro Loco di Greccio, venne messa in atto la Rievocazione di quell’evento. I dialoghi furono tratti dai testi di Tommaso da Celano, biografo di San Francesco e di San Bonaventura. Da allora, ogni anno si rinnova questa tradizione secolare facendo rivivere, dal vivo, i personaggi e i fatti di Betlemme.

Il Presepe di Greccio non è però un “semplice” presepe ma vi compaiono anche i “personaggi” che furono artefici di quel primo Presepe: san Francesco, i frati, Giovanni Velita e sua moglie Alticama. La sera della vigilia araldi a cavallo girano il paese invitando tutti alla rappresentazione: si forma così un corteo di fedeli, che salgono con le fiaccolate al santuario. È qui che, grazie alla partecipazione di circa cento persone in costumi medievali, si svolge la rievocazione, in quattro quadri viventi:

  1. nel primo, san Francesco alla Cappelletta, si narra dell’arrivo del Santo sui monti di Greccio dove si costruirà un rifugio, chiamato appunto la “Cappelletta”;
  2. nel secondo, detto del Lancio del Tizzo, si può vedere il Santo che giunto nell’abitato di Greccio, sollecitato dalla popolazione locale, decide di stabilire la sua dimora nel luogo dove andrà a cadere un tizzo ardente lanciato da un fanciullo dalla piazza di Geccio. Per un prodigio il tizzo andò a cadere nel luogo dove sorge l’attuale Santuario francescano;
  3. nel terzo, Giovanni Velita a Fonte Colombo, si assiste all’incontro del signore di Greccio e di san Francesco, che si trovava a Fonte Colombo per la stesura della Regola dei Frati Minori, durante il quale il Santo espresse il desiderio di rivivere a Greccio la scena della Natività sollecitandone l’aiuto;
  4. nel quarto e conclusivo, il Presepe, si rivive l’atmosfera di quella notte santa del 1223 con la nascita del Bambinello mostrato al popolo da san Francesco. Il simulacro del Santo Bambino si anima tra le mani del Santo, benedicendo la folla riunita.

A mezzanotte infine si celebra la messa natalizia e viene distribuito il fieno benedetto. Dal 1973 ogni anno, dunque, il Primo Presepe viene rievocato fedelmente. Oggi alla sua realizzazione partecipano circa cento persone tra figuranti e addetti alla struttura tecnica impegnati nella rappresentazione che si svolge il 24 dicembre verso le 23,00 per essere poi replicata il 26 dicembre e 6 gennaio con la Processione dell’Epifania.

Una buona scenografia un gioco di luce apprezzabile, la devozione degli interpreti, unitamente alla bellezza ed alla natura del luogo, rendono questa manifestazione, oltre che unica, davvero molto suggestiva. Migliaia di visitatori provenienti da tutta Italia ma anche dall’estero, seguono ogni anno la Rievocazione, portando con loro nel ritorno a casa, un sentimento profondo nonché la speranza di tornare a Greccio l’anno successivo, magari in compagnia di amici e parenti, per poter vivere tutti insieme un momento di profonda fede cristiana ammirando uno spettacolo unico al mondo.

 

Questo testo di Daniele Civisca è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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