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Il mondo e la carne

Liturgia22 Aprile 2018
Testo dell'audio

+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

L’epistola della XIII domenica del Tempo Ordinario (anno C) consiste nella lettera ai Galati (5, 13-18). I versetti successivi (19-26), che formavano l’epistola della XIV domenica dopo Pentecoste nel Rito antico, non appaiono più. Essi includono il versetto 24: «E quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne, con i vizi e le concupiscenze» — «il fondamento di qualsiasi ascesi cristiana autentica» nelle parole di don B. Deneke FSSP [141].

Lussuria, peccato e il diavolo

Tre passi sul diavolo (I Pt 5, 6-11; Ef 4, 23-28; Ef 6, 10-17), che in precedenza si trovavano nella III, XIX e XXI domenica dopo Pentecoste rispettivamente, sono stati rimossi. Possiamo osservare che questo corrisponde alla eliminazione degli elementi seguenti:

I) la preghiera a san Michele Arcangelo dopo la Messa letta;

II) gli esorcismi dal rito del battesimo e dal rito dell’estrema unzione;

III) le preghiere contro Satana dal benedictionale e dall’esorcismo [142];

IV) la rimozione di alcune righe di importanza capitale dall’esorcismo di Leone XIII [143].

Possiamo considerare questa tendenza niente meno che irresponsabile in un’epoca in cui il diavolo gode addirittura di maggior libertà nel mondo, come mai ha avuto… — In verità, tali soppressioni non hanno altro effetto se non quello di contribuire a questa libertà diabolica.

Peccato e punizione

L’avvertimento di san Paolo contro la Santa Comunione in stato di peccato mortale (I Cor 11, 27-29 ed altri) – «chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore mangia e beve la propria condanna» è stato tolto dall’epistola di Giovedì Santo come pure dalla festa del Corpus Domini (Anno C).

Nella seconda festa, il suo compositore, san Tommaso d’Aquino, ribadisce l’avvertimento nella Communio, cioè proprio nel canto durante la stessa distribuzione della santa Comunione. Per di più lo stesso santo dichiara esplicitamente nella sequenza Lauda Sion:

Sumus boni, sumus mali,

Sorte tamen inaequali,

Vitae vel interitus.

Mors est malis, vita bonis,

Vide paris sumptionis

Quam sit dispar exitus. [144]

Osserviamo che la sequenza è divenuta opzionale nel Nuovo rito o drasticamente ridotta, così che i due versetti in questione non compaiono più [145]. Nella stessa sottosezione citiamo la soppressione del racconto della fine tragica di Giuda nella VII domenica di Pasqua (Anno B) tramite il taglio dei vv. 18,19 e 20b dagli Atti degli Apostoli (1, 15-20). Questo taglio corrisponde a quello del passo parallelo nel vangelo della Passione della domenica delle Palme secondo san Matteo (Passione A).
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141 In una opera non ancora pubblicata.

142 Svirilizzandolo e rendendolo inutile.

143 Le combat avancé de l’Eglise, Archistratège, monsignor Tournyol du Clos.

144 Ricevono i buoni, ricevono i cattivi, ma con un destino diverso, vita o morte: morte per i cattivi, vita per i buoni. Vedi com’è ineguale l’esito di una recezione eguale.

145 Il lassismo dell’insegnamento del Nuovo rito rispetto alla santa Comunione è rispecchiato nel nuovo codice di diritto canonico (CIC 1983 c.916), che permette la santa Comunione nello stato di peccato mortale sotto determinate condizioni. Questo canone è citato nel nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, pure riducendone le condizioni. Per un trattamento più approfondito vedi il nostro articolo The Church and Asmodeus in Rorate Caeli.

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