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Il fuoco amico sul Papa per il “no” alle coppie omosessuali

Pensieri e Voce24 Marzo 2021
Testo dell'audio

Se mai ci fosse qualche dubbio sul fatto che esiste una questione omosessuale nella Chiesa, come più volte denunciato da fonti autorevoli, e in particolare e con particolare forza dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, le reazioni e le ricostruzioni a posteriori del “Responsum” della Congregazione della Fede sulla benedizione alle coppie omosessuali sarebbero più che sufficienti a confermarlo.

Dopo la pubblicazione del Responsum della Congregazione – approvato personalmente dal Pontefice regnante – sulla benedizione alle coppie omosessuali i cannoni lgbt hanno cominciato a tuonare, dentro e fuori della Chiesa. Quasi prevedibile la reazione piccata con annessa lettera di teologi tedeschi; nel conto sicuramente la reazione del vescovo di Anversa, che insieme a padre Martin e al confratello gesuita padre Piva è uno degli alfieri più vocali del diritto alla sodomia, così come il barcamenarsi del presidente dei vescovi tedeschi Bätzing, che rimanda tutto al Cammino sinodale di una Chiesa sull’orlo dello scisma. E ci sarebbe da stupirsi se un consistente numero di preti austriaci non avesse dichiarato che loro continueranno (continueranno!) a benedire unioni omosessuali.

Quello che stupisce, invece, è il fuoco amico sul Pontefice. Il National Catholic Reporter, organo del progressismo cattolico americano, su posizioni iper-bergogliste in una evidente crisi di nervi arriva a dare dell’ipocrita al papa. E poi c’è l’anonima lettura, diffusa dalla coppia O’Connell-Piqué secondo cui “fonti anonime” affermano in Vaticano che il Pontefice nel suo Angelus avrebbe voluto riferirsi al Responsum criticando i legalismi clericali. Gerald O’Connell scrive per la rivista dei gesuiti USA “America” nel cui direttivo è anche padre James Martin; Elisabetta Piqué, la sua sposa, è la corrispondente vaticana del giornale argentino La Nation, e la si può sospettare (come anche O’Connell) di tutto fuorché di essere anti bergogliana.

È possibile e forse probabile che tutto questo faccia parte di una campagna interna per indebolire l’innegabile forza del Responsum, per di più dotato di sigillo papale. Anche se a quanto pare c’è stato chi si è dato da fare per evitare l’uscita del Responsum. E queste persone sarebbero state il prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, cardinale Kevin Farrell, che – è opportuno ricordarlo – è stato scelto da Theodore McCarrick come arcivescovo ausiliare di Washington ed ha convissuto con lui sei anni, senza, a suo dire , accorgersi delle attività dell’ex cardinale e abusatore seriale; e  poi il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, universalmente noto per l’affresco omoerotico commissionato per la cattedrale di Terni.

Ma è evidente che il Responsum ha bruciato anche sulla pelle di non pochi ecclesiastici di alto livello che appartengono alla nota lobby, e che forse vedrebbero con favore un’apertura ai confratelli laici, per diminuire in maniera consistente eventuali sensi di colpa e imbarazzi…Ma chi diffonde queste notizie non si rende conto di rendere un pessimo servizio al Pontefice.

Il Responsum si chiude con queste parole: “Il Sommo Pontefice Francesco, nel corso di un’Udienza concessa al sottoscritto Segretario di questa Congregazione, è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del suddetto Responsum ad dubium, con annessa Nota esplicativa”.

Abbastanza chiaro, no, anche se i contrari cercano di sminuire il valore di quella che è una chiara approvazione. Ora, affermare che solo qualche giorno più tardi il Pontefice avrebbe criticato il testo, sulla base di una frasetta ripetuta molte volte in passato e generica, lo fa passare per uno che approva e conferma ufficialmente una posizione netta e definita, e solo qualche giorno dopo la rinnega! Che immagine di umana stabilità e di equilibrio diffondono queste posizioni? Ora che queste critiche vengano da voci critiche verso il Pontificato, si può capire. Ma se papa Bergoglio viene colpito da fuoco amico, beh: c’è da riflettere.

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