Il caso della coscienza scrupolosa

Nello scorso podcast abbiamo studiato la coscienza pronta e delicata e abbiamo visto la loro funzione in un contesto di equilibrio, tanto da portare ad esempio più sublime ed eccelso di tale tipo di coscienza, quello della Santissima Vergine Maria. Oggi, invece, vedremo un po’ più da vicino cosa succede quando si esce dall’equilibrio e dunque studieremo insieme il caso della cosiddetta coscienza scrupolosa. Per scrupolosità s’intende una disposizione della coscienza, in cui, per timore del peccato si esagera in maniera patologica sia nella prontezza, sia nella delicatezza della coscienza.
Mentre la coscienza pronta reagisce a situazioni serie e giuste indagando e affrontando i problemi, nella coscienza scrupolosa la prontezza è anormale, in quanto le indagini morali si portano su cose, che sono certamente lecite o già chiare per via dell’insegnamento o del proprio giudizio. Similmente la delicatezza della coscienza, l’esame attento sul contenuto del problema, è qui esagerato e unilateralmente esacerbato, perché ordinariamente si vede il peggio dappertutto e si suppongono senza fondamento peccati e pericoli spirituali.
Le caratteristiche proprie della scrupolosità sono le seguenti: esame di coscienza per cose di nessun conto e spesso ridicole, ripetizione ansiosa delle riflessioni, domande inutili al confessore senza una ubbidienza semplice; ripensamenti tormentosi prima dell’azione e abbattimento profondo dopo di essa, supposizione infondata di un peccato mortale o di confessione invalida, in generale sbigottimento e paura di fronte a Dio.
Mentre singoli scrupoli sono un fatto normale anche in un uomo sano, lo stato di scrupolosità sopra descritto deve essere considerato come un fenomeno spirituale anormale. Gli scrupoli sono nella linea delle idee fisse, cioè di rappresentazioni che come elementi estranei e opprimenti s’infiltrano in un pensiero per sé sano, e ritornano insistentemente, nonostante se ne conosca l’inopportunità. La radice psicologica è una forma anormale di timore, che acquista nuovo alimento dall’istinto di uscire dallo stato di ansietà per raggiungere uno stato di tranquillità. Dal punto di vista morale si infiltra talvolta una superbia nascosta che tende a giustificarsi da sé di fronte ad ogni rimprovero, e che rifugge dall’applicare con coscienza i veri mezzi di guarigione.
Per la valutazione morale bisogna notare quanto segue:
- La coscienza consiste fondamentalmente nello spirito, nel giudizio della ragione emanante dai principii morali. Perciò le ansietà degli scrupolosi non fanno parte in nessun modo della coscienza; esse sono elementi estranei, capricci della fantasia, giudizi dominati dalla sensibilità, sensazioni di paura.
- Ciò che s’è detto sul dubbio serio della coscienza, specialmente sul dubbio pratico, non può valere per gli scrupolosi, perché le loro preoccupazioni sono ordinariamente dubbi negativi, che ogni uomo potrebbe e dovrebbe trascurare. Gli scrupoli non minacciano la vera visione della coscienza. Perciò ogni sforzo deve tendere a conservare questa tranquillità abituale della coscienza contro l’assalto del pensiero dominato dalla sensibilità tendente a ripiegare su se stessa.
- A causa dell’offuscamento della luce interiore si rende più difficile anche il progresso vigoroso e gioioso nel bene, si oscura il vero concetto di Dio, del suo amore e della sua Provvidenza. La buona novella della Redenzione e della imitazione di Cristo, della cura materna e amorosa della Chiesa attraverso i suoi Sacramenti, specialmente attraverso la Confessione, come Sacramento del perdono e della riconciliazione e attraverso l’Eucarestia diventano tutt’altro che fonte di consolazione. La lotta contro difetti di una certa serietà e contro i veri pericoli passa in secondo ordine di fronte a preoccupazioni banali. Nei casi peggiori gli scrupoli possono portare anche alla disperazione alla immoralità completa.
Dio permette la scrupolosità, analogamente a quanto fa per altre malattie, debolezze e tentazioni. Questa permissione può avere lo scopo di provare interiormente l’uomo, di renderlo umile, di purificarlo e di ammaestrarlo attraverso esperienze dolorose.
Gli scrupolosi potrebbero considerare la loro sofferenza come espiazione per la mancanza di scrupoli, per la tiepidezza e per la rilassatezza degli altri uomini, e in questo spirito accettarla. Dal canto suo il demonio induce e si serve degli scrupoli per precipitare uomini fervorosi nello scoraggiamento e nel caos, e danneggiare così la gloria di Dio.
- Il rimedio generale e più importante per gli scrupolosi è l’obbedienza volenterosa e fiduciosa al direttore spirituale, ordinariamente al confessore. Ciò presuppone nel confessore, accanto alla prudenza pastorale, una carità e una pazienza particolare, ma d’altra parte anche decisione e fermezza tranquilla. Lo scrupoloso deve sostituire al proprio giudizio quello del suo direttore spirituale; così egli sarà immune dal peccato anche se sbaglia materialmente. Nei casi difficili però insieme al direttore spirituale deve intervenire anche il medico.
- Riguardo alla prassi morale, si diano allo scrupoloso piuttosto regole generali che particolari. Gli si raccomandi con particolare calore di non dar mai retta al semplice dubbio ma solo al comando chiaro della coscienza, e quindi di seguire, senza riguardo, con semplicità il giudizio morale e il comando del confessore. Bisogna che egli eviti ogni esame di coscienza dopo l’azione e specialmente dopo le tentazioni interne.
- Riguardo alla confessione vale per gli scrupolosi il principio di limitare l’esame di coscienza al minimo, e in alcuni casi di eliminarlo addirittura. Il dovere dell’accusa si estende solo ai peccati mortali certamente commessi. La preparazione alla confessione deve limitarsi unicamente all’aspetto religioso e misericordioso del Sacramento.
In generale, la guarigione si ottiene se si distoglie lo sguardo dal proprio io e dalla propria miseria per affissarlo nell’amore misericordioso di Dio. Invece della ricerca ansiosa di una certezza, bisogna porsi davanti come obiettivo supremo la gloria di Dio, e in questa luce vergognarsi della propria condotta indegna e immiserita da piccolezze. Il miglior modo per distrarsi su un piano umano-naturale è un’attività costante ed impegnativa.