I veri rimedi? Preghiera e penitenza

Lungo la storia dell’umanità, di fronte alle epidemie ed alle pandemie, Santa Romana Chiesa ha sempre risposto in maniera chiara, sia da un punto di vista spirituale che da un punto di vista pragmatico. Innanzi tutto, si osservava la causa di queste catastrofi, che portavano morte e povertà fra le popolazioni, imputandole ai peccati delle persone, laiche o religiose, benestanti o povere che fossero; tali peccati mortali implicavano la reazione divina, il castigo. Da questa impostazione di fede, lontana dai presupposti immanentisti contemporanei, discendeva la volontà dei credenti di implorare il perdono, di supplicare il Dio Uno e Trino per essere liberati dal castigo in corso, di domandare l’intercessione di Maria Santissima e dei Santi e, una volta, liberati, di mantenere le promesse ed i voti, che ci si era proposti di realizzare nel momento del grande bisogno.
Questa impostazione, dai nemici della Chiesa, è sempre stata considerata una reazione infantile quando non ridicola, una reazione che tentava di superare, attraverso il metodo della superstizione, il panico, esorcizzando così la paura. Tuttavia, oggi, con la pandemia dovuta al Covid-19, panico e confusione vengono stimolati quotidianamente e pedissequamente, tanto che l’uso degli psicofarmaci e delle droghe si è moltiplicato in maniera esponenziale; mentre, dal canto suo, la Chiesa, che dal Concilio Vaticano II non parla più di condanne divine, come non parla più del più tragico dei castighi, l’inferno, si assoggetta al mondo e vede nella vaccinazione il più valido rimedio, senza far alcun riferimento né ai peccati da emendare, né ai sacrifici da espletare per raccogliere benevolenza, grazie, miracoli di Dio, né alla conversione che Cristo sempre richiede per poter rinascere nello Spirito Santo, conversione che Maria Santissima raccomanda ai suoi figli, si pensi a Nostra Signora di Fatima.
Durante le spaventose pestilenze del Trecento e del Seicento e le epidemie di vaiolo, morbillo, colera, che hanno punteggiato i secoli nel mondo, la Chiesa è sempre rimasta presente, promuovendo l’intensificarsi di preghiere e Sacramenti. Essa è rimasta sempre al fianco delle anime e dei malati attraverso l’assistenza tanto spirituale quanto corporale: nei lazzaretti e negli ospedali, fondati dalla Chiesa cattolica, era prevalente l’apporto dei religiosi e delle religiose. I Santi protettori (sant’Antonio Abate, 251-356; san Sebastiano, 256-288; sant’Erasmo di Formia, ?-303; san Rocco di Montpellier, 1295-1327; santa Rita da Cascia, 1381-1457; san Francesco da Paola, 1416-1507; fino ai Santi Ausiliatori), invocati contro le epidemie, sono la prova di come la fede spinga alla carità più estrema – si pensi anche al miracoloso contatto privo di contagiosità di san Francesco con i lebbrosi, ma anche di Madre Teresa di Calcutta – e come essi possano produrre guarigioni miracolose e possano liberare i devoti dai castighi divini.
Questo testo di Elena Falletti è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it