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I ricordi di san Felice da Cantalice alla Chiesa dei Cappuccini in Via Veneto

Arte e Cultura05 Novembre 2018
Testo dell'audio

Felice Porro, nato a Cantalice (Rieti) nel 1515 e morto a Roma il 18 maggio 1587, giunse nella città eterna nel 1547, e si stabilì nel convento di San Bonaventura (attualmente Santa Croce dei Lucchesi, sotto il Quirinale), dove nei rimanenti quarant’anni della sua vita questuò pane e vino per i suoi confratelli rispondendo sempre con il suo famoso “Deo Gratias”.

Intratteneva rapporti quasi familiari col futuro Papa Sisto V, il quale viveva proprio di fronte alla chiesa, e gli predisse anche l’elezione al soglio pontificio. Al cappuccino Felice si rivolgevano spesso per avere consigli anche futuri Santi: Filippo Neri, Camillo de Lellis e Carlo Borromeo, quando si trovava a Roma.

La sua cella non si trova più nella Chiesa di Santa Croce dei Lucchesi in quanto nel 1626 il card. Antonio Barberini, cappuccino e fratello del Papa Urbano VIII, resosi conto che a causa delle tantissime vocazioni il convento non era più sufficiente a ospitare i numerosi frati, decise di costruire la Chiesa dei Cappuccini con annesso convento nella sede attuale all’inizio di Via Vittorio Veneto.

Quando vi si trasferirono, i frati vi portarono anche gli oggetti personali e le ossa dei loro fratelli defunti (sono in parte quelle visibili nel museo annesso alla chiesa: un’unicità mondiale), compresi i sarcofaghi (quello di san Felice è ora posto nella seconda cappella entrando a sinistra nella Chiesa).

Dal momento che la chiesa e il convento di San Bonaventura sarebbero poi stati demoliti per ingrandirli, si decise che anche le celle dei frati dovessero essere trasferite. Nel caso di san Felice nel 1631 la cella fu trasportata nella quasi sua interezza (pareti, pavimento, finestrella, porta e telaio). Si noti che sia il tetto che le pareti erano fatte con canne intonacate con calce (erano quindi sì piccole ma, con tale semplice accorgimento, anche fresche).

Chiaramente tutto ciò che oggi abbellisce la cella (altare, lapidi e acquasantiera) è stato posto successivamente. La cella si trova nel locale adiacente alla Cappella Segreta della Chiesa e vicino alla cella di San Crispino da Viterbo.

 

Questo testo di Leonello Serva è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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