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Holyrood Palace, il Palazzo Reale della Scozia indipendente

Tesori del Mondo27 Ottobre 2018
Testo dell'audio

La città vecchia di Edimburgo è di impianto medievale; spicca dunque – tra le costruzioni antiche – il Palazzo reale di Holyrood (ovvero della Santa Croce – noi diremmo della Vera Croce), che prese il nome dall’omonima abbazia agostiniana fondata nel 1128 da Re Davide I di Scozia.

L’Abbazia

Un tempo l’abbazia possedeva vastissimi terreni e tuttora dà il proprio nome al grande parco che sta alle spalle del palazzo reale e che giunge fino al “Seggio di Artù” (così si chiama la collina che domina Edimburgo).

Il nome deriva da un avvenimento leggendario: il 14 settembre 1127, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, il Re di Scozia Davide I era a caccia in un bosco ed ebbe un incidente, cadendo da cavallo mentre era all’inseguimento di un cervo e rischiando di essere infilzato dall’animale; questo venne però fermato da una luce o da un riflesso a forma di Croce e, in ricordo dello scampato pericolo, il Re fondò in quel bosco la Holyrood Abbey.

L’abbazia all’inizio ospitò una comunità di agostiniani provenienti dal Priorato di Merton, nel sud dell’Inghilterra (e Holyrood fu costruita a imitazione di quell’edificio inglese). Divenne ben presto un luogo importante, se già nel 1177 vi si tenne un concilio di Vescovi locali, guidati da un prelato papale e se, qualche anno dopo, i nobili e i prelati di Scozia si incontrarono per discutere del riscatto per liberare il Re Guglielmo I il Leone, prigioniero di Enrico II d’Inghilterra (quello che fece uccidere san Tommaso Becket).

L’abbazia – anche per la funzione politica che aveva assunto – non ebbe vita serena, venendo più volte ampliata, poi devastata e ricostruita. Vi si riunì più volte il parlamento scozzese (e non è un caso, forse, che quello attuale risieda di fronte alla sua sede originaria, anche per ricordare ai monarchi inglesi, quando risiedono ad Holyrood Palace, i diritti della Scozia).

La foresteria del convento era sempre più utilizzata dai monarchi scozzesi, che iniziarono a preferirla al più sicuro, ma anche meno confortevole Castello. Alcuni importanti trattati risultano firmati “nella Camera del Re in Holyrood” e nell’ottobre 1430 vi nacque Giacomo II di Scozia. Questo monarca fu molto legato all’abbazia: vi sarebbe stato incoronato a soli sette anni (1437) e l’avrebbe scelta come sede del proprio matrimonio con Maria di Gheldria (1449).

Il Re scomparve prematuramente, a trent’anni, e il suo funerale si svolse qui. Fu un suo successore, Giacomo IV, che tra il 1498 e il 1501, iniziò la costruzione di un palazzo reale vicino al chiostro dell’abbazia.

Già gravemente danneggiata durante la cosiddetta “Guerra del corteggiamento brutale”, dichiarata nel 1543 da Enrico VIII che voleva imporre un matrimonio tra Maria di Scozia (che allora aveva solo un anno) e suo figlio Edoardo VI (che ne aveva sei), l’abbazia subì un saccheggio durante la riforma religiosa; quindi fu rimaneggiata e ridimensionata, per poi subire un ulteriore rimaneggiamento in previsione dell’incoronazione di Carlo I (1633).

Nel 1686, Giacomo VII di Scozia, meglio noto come Giacomo II d’Inghilterra, l’ultimo sovrano cattolico di quel Paese, fondò a Holyrood un collegio gesuita; ben presto la congregazione protestante abbandonò l’abbazia, che divenne Cappella Reale Cattolica, usata anche dall’Ordine del Cardo (che è il principale ordine cavalleresco scozzese e, per dignità, il secondo del Regno Unito dopo quello della Giarrettiera).

La chiesa fu dotata di troni e seggi per ogni singolo Cavaliere, ma nel 1688, dopo la Seconda Rivoluzione Inglese, la plebe entrò nell’abbazia, distrusse la Cappella Reale e dissacrò le tombe. Alla violenza umana seguì quella della natura e ottant’anni dopo durante una tempesta il tetto crollò: esso non venne più ricostruito e rimase vano ogni tentativo di restauro o di utilizzo per l’Ordine del Cardo, più volte invitato a riprenderne possesso.

Il Palazzo reale

A fianco dell’abbazia sorge ora il Palazzo reale, residenza ufficiale in Scozia della famiglia reale. Il Palazzo sostituì l’originaria foresteria quando i Re scozzesi iniziarono a servirsi usualmente di questa dimora, al posto del Castello.

Fu Giacomo IV che, fra il 1498 e il 1501, fece costruire il nuovo edificio, un Palazzo nel vero senso della parola, che venne eretto con forma quadrata appoggiandosi al chiostro dell’Abbazia: comprendeva gli appartamenti reali, una Cappella, le gallerie e un grande salone delle feste.

Particolare attenzione venne riservata dagli architetti alla disposizione delle sale: essi infatti riservarono agli appartamenti regali l’ala meridionale. Era evidentemente un’epoca di maggiore tranquillità e la scelta della maggiore esposizione al sole superava questioni di carattere difensivo (del resto, ciò è dimostrato dal solo fatto di farsi costruire un palazzo in pianura, quando si possiede già un castello sull’altura).

Giacomo V fece aggiungere, intorno al 1530, altre costruzioni, a iniziare dalla torre di nord-ovest, in cui vi sono le stanze un tempo occupate dalla Maria Stuarda e le guide sogliono mostrare il luogo esatto in cui nel 1566 venne assassinato il favorito della Regina, il musico italiano Davide Rizzio, a torto accusato di essere l’amante di Maria. In realtà i nobili protestanti, che lo credevano un agente del Papa, suscitarono la gelosia del rude marito della regina, Henry Stuart, noto come Lord Darnley – che pure era cattolico – e lo spinsero a un gesto tanto efferato come pugnalare sotto gli occhi della moglie il presunto amante, anche con l’intento di provocare nella Regina un aborto, in maniera da eliminare ogni possibile pretendente non protestante al trono. Il crimine non riuscì del tutto e Maria poté sfuggire alla congiura e dare alla luce Giacomo VI di Scozia, che sarebbe divenuto Giacomo I d’Inghilterra.

La parte museale del palazzo conserva numerosi effetti personali appartenuti alla Maria Stuarda e i tetti in legno delle stanze principali sono dipinti con i monogrammi MR (Maria Regina, cioè Maria Stuarda) e IR (Jacobus Rex, cioè Giacomo VI di Scozia e I d’Inghilterra).

Ma fu proprio con il Re Giacomo I, quello della “Bibbia di Re Giacomo”, la traduzione in inglese per eccellenza della Sacra Scrittura, pubblicata nel 1611 e ancor oggi in uso presso gli anglicani, che il Palazzo iniziò a perdere d’importanza, poiché con l’unione delle Corone di Scozia e di Inghilterra la residenza del Re si trasferì a Londra. Si conta infatti una sola visita dello stesso Giacomo I e suo figlio Carlo I vi si recò solo nel 1633, quando si fece incoronare Re di Scozia (ma non d’Inghilterra) nell’abbazia di Holyrood.

Gravissimi danni vennero causati dal periodo di Oliver Cromwell: durante una visita del Lord Protettore e delle sue truppe nel 1650 esso prese “casualmente” fuoco; successivamente il palazzo fu ricostruito, quindi di nuovo abbattuto e infine Carlo II lo fece ricostruire, nell’attuale struttura (i lavori durarono una decina d’anni e terminarono nel 1679) da sir William Bruce.

Inoltre il futuro Giacomo II d’Inghilterra (allora Duca di York) visse ad Holyrood fra il 1679 e il 1682 durante la crisi seguita all’Exclusion Bill.

Successivamente, sempre più rari furono i periodi in cui il Palazzo venne usato come sede della corte: si ricordano le cinque settimane nel 1745 in cui, durante l’ultima insurrezione giacobita (nota appunto come “Il Quarantacinque”), il pretendente Carlo Edoardo Stuart (noto anche come “Bonnie Prince Charlie” o il “Giovane Pretendente”, per distinguerlo da suo padre, Giacomo Francesco Edoardo Stuart, il “Vecchio Pretendente”) tenne Corte a Holyrood prima della definitiva sconfitta del movimento legittimista nella battaglia di Culloden (1746).

Curiosamente, la reggia avrebbe ospitato due volte un altro monarca legittimista, Carlo X: prima quando egli era ancora conte d’Artois, nel 1792; poi, dopo l’abdicazione del 1830 e prima che si trasferisse definitivamente in Austria, nel 1832 (Carlo X sarebbe morto a Gorizia).

Attualmente i Reali inglesi usano trascorrere una sola settimana l’anno nel palazzo di Holyrood, tenendo formalmente corte a Edimburgo (il consorte della Regina, il principe Filippo, ha il titolo di Duca di Edimburgo).

Elisabetta II usa Holyrood in occasione di impegni di Stato, mentre in occasioni private preferisce risiedere nel castello scozzese di Balmoral. Quando un membro della famiglia reale risiede nel palazzo, la sua presenza è segnalata dalla bandiera britannica. Altrimenti, Holyrood è aperto al pubblico e su di esso sventola la Croce di Sant’Andrea, vessillo della Scozia.

 

Questo testo di Luigi Vinciguerra è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. È possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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