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Firenze dalla «colonia» all’«ecclesia»

Tesori d'Italia23 Luglio 2018
Testo dell'audio

Poco o nulla si sa della primitiva Florentia Tuscorum, se non che essa fu fondata fra l’82 e il 60 a.C. ed assegnata ai veterani della guerra civile romana, posta perciò sotto la protezione di Marte, come risulterebbe dai reperti di un tempio a quella divinità, rinvenuti sotto le fondamenta del Battistero di San Giovanni.

Le fonti agiografiche, che si riferiscono alla Florentia dei primi secoli del cristianesimo, attribuiscono la prima evangelizzazione dell’ager florentinus ai vescovi Frontino e Paolino, due diretti discepoli di san Pietro, che in se guito sarebbero divenuti, il primo, Vescovo di Périgueux in Francia e, il secondo, Vescovo di Lucca.

 

Terra di persecuzioni

Gli storici come il Villani e il Manni ritenevano che già nel I secolo d.C. esistessero famiglie «parte cristiani e parte no», segno che l’evangelizzazione divideva anche l’interno dei nuclei. Florentia soffrì delle persecuzioni, come prova un’epigrafe nell’antichissimo cimitero della chiesa di Santa Felicita, che apostrofa gli imperatori Diocleziano e Massimiano come «sterminatori del nome dei cristiani».

Dopo Frontino e Paolino, le Passioni collocano il culto di san Miniato e quello di santa Reparata, entrambi martiri sotto la persecuzione di Decio del 250: in onore di san Miniato fu eretta la stupenda omonima basilica, e in onore di santa Reparata una chiesetta di più modeste dimensioni, ma importante perché sulle sue fondamenta sorse in seguito la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

 

Ambrogio e s. Zanobi

Il primo documento scritto, che testimonia in maniera piena dell’esistenza di un’«ecclesia fiorentina», è la Vita di Sant’Ambrogio, in cui è scritto del soggiorno del Santo Vescovo di Milano a Firenze su invito della Città. Fu questa la prima comparsa della comunità cristiana fiorentina oltre i suoi confini. A Firenze, Ambrogio predicò, consacrò la Basilica di San Lorenzo e operò miracoli.

Il primo Vescovo documentato di Firenze – san Zanobi – è comunque testimoniato quasi in concomitanza con la visita di Ambrogio, tanto che la vittoria dei Fiorentini sui Goti di Radagasio (406) veniva da alcuni attribuita all’intercessione di Ambrogio, da altri a quella di Zanobi. Inoltre, lo stesso Ambrogio in atteggiamento orante all’interno della Basilica di San Lorenzo, sarebbe apparso più volte a Zanobi.

 

«L’Antonino dei consigli»

Un posto particolare merita il santo Vescovo Antonino Pierozzi, domenicano. Eccellente nelle virtù e ricolmo dei doni dello Spirito Santo, era chiamato «l’Antonino dei consigli» per la sua sollecitudine ed era amatissimo dalla Città, molto meno da Cosimo I de’ Medici al quale non piaceva la schiettezza e la rude semplicità di quell’esile domenicano, che stava dalla parte del popolo.

Per porre riparo alla scarsa formazione religiosa del clero, fondò lo Studio Fiorentino cioè l’Università teologica, istituì corsi di diritto canonico, di liturgia e di teologia. Stabilì inoltre che i parroci educassero i giovani al catechismo e percorse più volte le parrocchie del territorio. La sua generosità verso i poveri rese povero lui stesso e tale morì. Dopo san Giovanni Battista e insieme a Zanobi, è uno dei co-patroni di Firenze.

 

Questo testo di Giovanni Tortelli è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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