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Don Paolo Albera

Storia03 Dicembre 2021
Testo dell'audio

Don Paolo Albera, del quale quest’anno ricorrono cent’anni dalla morte, è stato il secondo successore di san Giovanni Bosco alla guida della congregazione salesiana. Figura poco nota, a differenza del primo e del terzo successore di don Bosco, rispettivamente il beato Michele Rua (1837-1910) e il beato Filippo Rinaldi (1856-1931), don Albera era nato nelle campagne di None, in provincia di Torino il 6 giugno 1845 da una famiglia profondamente cattolica. Ultimo di sette figli, si fece salesiano, mentre il fratello Lodovico divenne membro dei Minori francescani, Luigi dei Preti della Missione e la sorella Francesca delle Figlie della Carità.

l suo parroco, don Matteo Abrate, lo presentò a san Giovanni Bosco il primo maggio 1860. Tre anni dopo venne mandato al Collegio di Mirabello e nel dicembre 1865, dopo aver sostenuto l’esame magistrale ad Alessandria, ottenne il diploma all’Università di Torino come insegnante per il Ginnasio inferiore. Ordinato sacerdote nel 1868, il 19 settembre dell’anno successivo prese i voti perpetui a Trofarello direttamente dal fondatore della congregazione salesiana.

Assunse la carica di prefetto esterno dell’Oratorio fino al 26 ottobre 1871, quando fu inviato a dirigere l’Ospizio di Marassi a Genova e l’anno dopo venne trasferito a Sampierdarena: proprio da qui partiranno in seguito i primi missionari Salesiani. Don Albera nel 1877 iniziò a stampare il Bollettino Salesiano. Nel 1881 fu nominato ispettore delle tre case salesiane di Francia e si trasferì a Marsiglia, dove rimase dieci anni aprendo altre dieci comunità. Definito il “piccolo don Bosco”, il 29 agosto 1881 fu eletto dal Capitolo Generale direttore spirituale della Società Salesiana e, tornato a Torino, si mise a disposizione del beato don Rua, che gli diede la mansione di visitatore delle case all’estero. Francia, Algeria, Terrasanta, Spagna, Belgio e, nel 1900, nel venticinquesimo dalla partenza dei primi missionari, si prodigò per sostenere l’intera missione dell’America del Sud.

Nel 1903 visitò il Messico e gli Stati Uniti, mentre l’anno seguente Francia, Austria, Polonia, Spagna, Tunisia. È di quegli anni un avvenimento straordinario: a Marsiglia, attraverso l’intercessione di Maria Ausiliatrice, ottenne il miracolo della guarigione di una suora, profetizzandone l’avvenire. Il 16 agosto 1910, secondo una profezia di san Giovanni Bosco, conosciuta dal beato Filippo Rinaldi, venne eletto Rettore maggiore dei Salesiani, mansione che ricoprì fino alla morte.

Negli anni della Prima guerra mondiale accolse nei collegi salesiani numerosi orfani dei caduti in guerra e, sotto la sua direzione, i Salesiani prosperarono; fu anche scrittore: lascia una biografia del suo amico missionario in Brasile, don Luigi Lasagna; nel febbraio 1896 ottenne da don Rua l’incarico di compilare il Manuale del Direttore, dato alle stampe nel 1915; uscì un suo testo sugli Oratori festivi e sulle Scuole di religione (1911), nonché una biografia di don Bosco.

 

Questo testo di Cristina Siccardi è tratto dalla rivista Radici Cristiane. Visita il sito radicicristiane.it

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