Domenica dopo l’Ascensione

Siate prudenti e perseverate nella preghiera
Siamo nel tempo tra l’Ascensione e la Pentecoste, un periodo di nove giorni completi. Nostro Signore, prima della Sua Ascensione, disse agli Apostoli: Restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto; ed anche: sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni. Questo è il tempo, quindi, che intercorre tra le missioni di due Persone divine. La missione visibile di Gesù Cristo si è conclusa con l’Ascensione: rimane sulla terra, ma invisibile, nel cuore dei credenti e nel Santissimo Sacramento. La missione visibile dello Spirito Santo avrà luogo la domenica di Pentecoste, quando sarà inviato dal Cielo nel Cenacolo, con lingue di fuoco e un vento potente. Ma ora, tra la missione visibile del Figlio e la missione visibile dello Spirito Santo, abbiamo un tempo di attesa.
Quali lezioni dobbiamo imparare da questo periodo tra l’Ascensione e la Pentecoste? Me ne vengono in mente due. La prima lezione è il potere della preghiera. La seconda lezione è la necessità di perseverare nella preghiera.
Il potere della preghiera, prima di tutto. Gli Apostoli, la Madonna e tutti gli altri che sono riuniti con loro nel Cenacolo otterranno con le loro preghiere la venuta dello Spirito Santo. Chi è lo Spirito Santo? È una Persona divina. È vero Dio; è l’unico Dio, uguale al Padre e al Figlio. E fino a questo momento, non è stato ancora dato. Questo è ciò che leggiamo nel vangelo di san Giovanni: lo Spirito non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora stato glorificato. Cristo doveva prima entrare nella Sua gloria con la Sua Ascensione al Cielo, e in questo modo manifestare pienamente la Sua divinità, che è la divinità della seconda Persona divina. Solo allora poteva essere data la terza Persona divina. Prima di essere pronti a conoscere la divinità dello Spirito Santo, gli Apostoli dovevano essere perfettamente istruiti sulla divinità del Figlio.
Perché san Giovanni dice che lo Spirito non era ancora stato dato? Perché non era ancora entrato nel cuore dei credenti in modo tale che potessero rivolgersi a Dio come Padre. Gli Ebrei nell’Antico Testamento non parlavano a Dio come Padre. Sono solo i cristiani che osano farlo. È lo Spirito Santo che procede dal Padre che ci permette di chiamare Dio nostro Padre e di andare, come dice san Paolo, con fiducia al trono della grazia. Ancora, lo Spirito non era ancora stato dato perché non c’erano ancora sacramenti vivificanti sulla terra. Le cerimonie dell’antica Legge non davano la grazia come fanno i nostri sacramenti. Le cerimonie degli Ebrei erano come l’acqua in confronto al vino. Questo è il motivo per cui Gesù cambiò l’acqua in vino alle nozze di Cana, per mostrare che Egli era venuto per cambiare l’Antico Testamento nel Nuovo. E lo Spirito non era ancora stato dato, perché non abitava nel popolo ebraico come sua anima indistruttibile. Naturalmente c’erano singoli Ebrei in stato di grazia, ma il popolo non era indissolubilmente unito a Dio. In realtà, il Venerdì Santo, i capi dei sacerdoti avevano ripudiato formalmente il loro Dio, dicendo a Pilato: Non abbiamo altro re all’infuori di Cesare. Ma lo Spirito Santo dimora nella Chiesa come sua anima, rendendola la sposa che è unita per sempre a Cristo suo sposo.
Ecco chi è lo Spirito Santo; ecco quanto è grande; eppure fu ottenuto, con tutti i Suoi doni, mediante la preghiera. Fu ottenuto con le preghiere di coloro che erano riuniti nel Cenacolo. Tale è il potere che Dio ha posto nella preghiera. Questa è la prima lezione che possiamo imparare da questo tempo dell’anno.
Ma c’è anche un’altra lezione, ed è la necessità di perseverare nella preghiera. Per quanto possiamo arguire dal Vangelo e dagli Atti degli Apostoli, Nostro Signore non disse loro quando avrebbe mandato loro lo Spirito Santo dal Padre Suo. Disse semplicemente: Sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni, ed anche: restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto. Forse avranno pensato tra loro che sarebbe bastato un triduo di preghiera. Dopo tutto, Cristo era risorto dai morti il terzo giorno, come aveva promesso. Non avrebbe mandato lo Spirito Santo, che è la promessa del Padre Suo, il terzo giorno? Ma il terzo giorno giunse e non accadde nulla. Forse allora si dissero: “Dobbiamo continuare a pregare per una settimana”. Le feste più grandi nel calendario ebraico duravano una settimana, e nessuna di esse durava più a lungo, perciò questo lasso di tempo era chiaramente gradito a Dio. E Dio Stesso aveva ordinato alla creazione che il tempo fosse misurato in settimane di sette giorni. Senza dubbio lo Spirito Santo sarebbe venuto dopo una settimana. Ma il settimo giorno passò, e ancora c’era silenzio nel Cenacolo, senza lingue di fuoco o vento potente.
Quindi pensate a coloro che stavano pregando. Circa centoventi persone, ci dice san Luca. Erano tutti discepoli di Nostro Signore, che Lo avevano conosciuto personalmente. C’era tutto il collegio apostolico, compreso san Giovanni, il prediletto, san Giacomo, che aveva visto il Signore trasfigurato sul monte Thabor, san Tommaso, che aveva toccato le Sue ferite gloriose, e san Pietro, il pastore di tutti gli altri. C’erano le sante donne, che avevano rischiato l’ira del sommo sacerdote nel giorno di Pasqua andando ad ungere il Corpo del Salvatore, e santa Maria Maddalena, che aveva perseverato presso la tomba quando Pietro e Giovanni se ne erano andati. Ma c’era soprattutto la santa Madre di Dio, i cui meriti superavano di gran lunga quelli di tutti gli altri, Colei che la Chiesa chiama Omnipotentia supplex, cioè onnipotente per la preghiera.
Eppure, benché tutte queste persone pregassero, e pregassero così a lungo e così devotamente, lo Spirito Santo non venne fino a quando non furono trascorsi nove giorni interi. Che lezione per noi: noi ci scoraggiamo facilmente se Dio non risponde immediatamente alle nostre preghiere; ma pensate fino a che punto i loro meriti hanno superato i nostri! La Madonna, san Pietro, san Giovanni e gli altri non hanno ottenuto immediatamente ciò per cui pregavano, e pensiamo di fare meglio di loro?
Queste, mi sembra, sono le due grandi lezioni che possiamo imparare in questo tempo dell’anno: che la preghiera è qualcosa di molto grande, in grado di ottenere la venuta della terza Persona della Trinità che non era stata data in precedenza; e che la preghiera deve perseverare oltre ciò che pensiamo sia necessario, oltre tutto ciò che pensiamo sia ragionevole. Anche qui, infatti, Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla Sua scelta. Allora, in nome nostro, della Chiesa e delle innumerevoli persone che non hanno ancora imparato a pregare, o che hanno dimenticato come pregare, continuiamo a dire: Vieni, o Spirito Santo.