Diritti e doveri dell’uomo

Oggi sentiamo parlare molto di “dignità” e soprattutto di “diritti” dell’uomo.
Il riferimento è la Dichiarazione dei Diritti dell’uomo emanata dalla Rivoluzione francese il 26 agosto del 1789. A questo documento, su cui si fondano le libertà moderne, è seguita la Dichiarazione universale dei diritti proclamata dall’ONU il 10 dicembre 1948 e poi la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea approvata a Nizza il 7 dicembre 2000 e resa vincolante dall’Unione Europea il 12 dicembre 2007.
Queste dichiarazioni di diritti sanciscono l’autodeterminazione dell’uomo, indipendentemente da una legge naturale e divina che trascenda la sua persona. Ciò spiega come accanto ai vecchi diritti della Rivoluzione francese si siano aggiunti , dopo Nizza nuovi diritti postmoderni, come l’aborto, il libero esercizio di ogni forma di sessualità, il suicidio assistito e così via.
Il richiamo ai diritti dell’uomo, moderni e postmoderni, ed è sempre stato un punto di riferimento della cultura politica di sinistra, ma oggi questi diritti sono rivendicati anche da una certa parte della destra politica e del mondo cattolico che accusa i poteri forti che controllano la società occidentale, di violare i diritti dell’uomo, soprattutto dopo la pandemia di coronavirus.
Ora, sul virus e sulla strategia politica e sanitaria per affrontarlo si possono avere idee diverse.
Tuttavia bisogna affermare con chiarezza che la morale cattolica e la dottrina sociale della Chiesa non hanno la loro carta fondamentale nei diritti dell’uomo del 1789 e neppure in quelli del 1948 e del 2000,
La carta fondamentale del cristiano sono i Dieci comandamenti, che però non sono una carta di diritti, ma una tavola, anzi due tavole di doveri. Due tavole perché la prima racchiude i doveri verso Dio, la seconda i doveri verso il prossimo. Queste due tavole, che racchiudono il Decalogo della legge naturale e divina furono consegnate da Dio stesso a Mosé sul Monte Sinai
Il Decalogo esprime la Sapienza di Dio che da tutta l’eternità ha stabilito l’ordine dell’universo. Esso è la forma esemplare sopra la quale dovrebbe modellarsi il diritto di tutte le nazioni del mondo; è la regola teorica e pratica della vita privata e pubblica, senza la quale tutto è disordine, barbarie, caos.
Il Decalogo non è una proclamazione dei diritti dell’uomo, ma un compendio dei suoi doveri verso Dio e verso il prossimo. Il Decalogo ci dice che cosa dobbiamo fare e che cosa non dobbiamo fare. Ricordiamo questi doveri con tutto l’amore che dobbiamo avere verso Dio e verso la sua legge:
Io sono il Signore Iddio tuo: non avrai altro Dio fuori che me.
Non nominare il nome di Dio invano.
Ricordati di santificare le feste.
Onora il padre e la madre.
Non uccidere.
Non commettere atti impuri.
Non rubare.
Non dire falsa testimonianza.
Non desiderare la donna d’altri.
Non desiderare la roba d’altri.
E’ da questi doveri che scaturiscono i nostri diritti: il diritto ad esempio alla vita nasce dal dovere dell’uomo di non uccidere un essere umano innocente. Ma senza doveri non ci sono diritti nei confronti del nostro prossimo E nei confronti di Dio l’uomo ha solo doveri e nessun diritto. (Roberto de Mattei)