Deruta – La memoria delle radici

Deruta è un grazioso Comune dell’Umbria, a poca distanza da Perugia. Il suo centro storico, racchiuso dalle antiche mura, sorge in collina sul lato sinistro del Tevere.
La sua etimologia è incerta: molto probabilmente fu fondata da una parte degli abitanti di Perugia in fuga dalla città, a causa dell’incendio seguito all’assedio dell’imperatore Giulio Cesare Ottaviano (41- 40 a. C.). Durante la cosiddetta guerra civile si era schierata infatti dalla parte del tribuno Lucio Antonio. Per questo fu detta Diruta, in ricordo della loro città distrutta, anche se poi in seguito Perugia fu interamente riedificata.
Un’altra origine potrebbe derivare da ruta, vocabolo usato anticamente dai legisti ad indicare la presenza di cave d’argilla per realizzare vasi. Questa ipotesi potrebbe essere suffragata dal fatto che a Deruta l’arte della ceramica affondi le sue radici in un passato molto remoto.
Inoltre nello stemma comunale compare una pianta di ruta sopra una terra merlata e a fianco un grande grifo con corona che da sempre è il simbolo di Perugia.
In ogni caso l’edificazione di Deruta risale al periodo romano, come testimoniano vari reperti archeologici rinvenuti nella zona.
I segni della Fede
Dal Chronicon farfense sappiamo che nel 1040, durante il governo dell’abate Alberico il monasterium Sanctae Mariae in Diruta, nel contado perugino, dipendeva dall’abbazia di Farfa in Sabina. Nel Regesto di Farfa è attestata la conferma di tale appartenenza sia da parte dell’imperatore Enrico III nel 1040, sia da parte del pontefice Leone IX nel 1051.
La chiesa di S. Maria con il suo monastero fu ceduta dai Benedettini ai Frati Minori all’inizio del XIV secolo: per questo più tardi assunse il titolo di S. Francesco.
Nel 1147 risultava già esistente la Pieve di S. Giovanni di Cerviano, sita a poca distanza fuori le mura di Deruta. In quell’anno venne ceduta dall’abbazia di Farfa all’abbazia di S. Pietro di Perugia insieme alle altre chiese di Deruta: S. Pietro de platea, S. Salvatore e S. Michele Arcangelo (in parte), le ultime due con cura d’anime.
Nel 1163 era già esistente la chiesa di S. Nicola, anch’essa con cura d’anime, diversamente dalle altre, sottoposta al Capitolo della Cattedrale di Perugia (fino al XV secolo), così come confermato dall’imperatore Federico I.
Numerose le Confraternite
Nel 1186 l’imperatore Enrico VI concesse a Deruta la libera elezione dei Consoli, massima carica dell’inizio del periodo comunale, conferendole così un’ampia autonomia rispetto a Perugia.
Nel 1262 Deruta era già dotata di uno statuto comunale. Nel 1321 i Priori di Perugia stabilirono comunque che Deruta dovesse avere un podestà perugino, da eleggersi ad opera del Consiglio generale di Perugia.
Alla fine del 1400 aumentò notevolmente la qualità della produzione della ceramica policroma con la presenza di quasi 20 fornaci.
Il titolo della Pieve di S. Giovanni di Cerviano, chiesa ora non più esistente, con il Fonte battesimale, nel 1500, era sicuramente già stato trasferito alla chiesa di S. Michele Arcangelo dentro le mura, come attestato dalla visita dell’abate di S. Pietro di Perugia di quell’anno.
Nel corso dei secoli a Deruta si sono sviluppate quattro Confraternite: del Santissimo Sacramento, del Santissimo Rosario, di S. Antonio e della Morte, che rappresentano un ulteriore ed evidente segno di una radicata e profonda fede nel popolo derutese.
Purtroppo di tutte le chiese soltanto quella di S. Francesco, già sotto il titolo di S. Maria, ora unica parrocchiale, è aperta al culto. La chiesa di S. Antonio abate, sede dell’omonima confraternita, è ancora consacrata, anche se utilizzata prevalentemente per attività parrocchiali; dopo l’unità d’Italia le altre furono o sconsacrate o demolite.
Nonostante ciò la memoria delle radici cristiane di Deruta attraversa la storia e giunge fino a noi viva e capace di fecondare la fede delle nuove generazioni in vista della restaurazione della Societas Christiana.
Questo testo di Leonardo Lolli è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it