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Davanti a tutti gli uomini c’è l’albero della Croce

Liturgia06 Marzo 2019
Testo dell'audio

Così l’opera della Redenzione è di per sé compiuta; ma è ancora da compiersi e completarsi in ogni singolo uomo. Sulla croce Cristo ha meritato per tutti il perdono dei peccati, la Grazia santificante e l’eterna beatitudine; questo merito è destinato ora ai singoli affinché essi siano veramente purificati dai peccati, siano in grazia e vengano trasformati.

Ma cosa è necessario affinché tutto ciò che è fondato sul Sacrificio della Croce si realizzi nei singoli uomini, portando a compimento la salvezza che viene offerta a tutti nella Chiesa? L’Apostolo risponde con queste parole: “Sicché reso perfetto divenne principio di eterna salvezza per tutti quelli che gli sono obbedienti” (Ebr 5, 9).

Poiché presso il Signore è misericordia e grande presso di Lui la redenzione (Sal 129, 7). Tuttavia, per esserne partecipi e ottenere l’eterna eredità del Cielo, ci si deve sottomettere senza riserva all’obbedienza del Signore, cioè sottomettersi al Suo pensare, volere e agire come ci è stato rivelato al fine della Redenzione cristiana: ciò equivale a credere a quanto insegna la Divina Verità e compiere ciò che essa comanda. “Così, come noi conosciamo la verità soprannaturale, dobbiamo altrettanto viverla con una degna condotta” (Messale Romano).

Gesù Cristo è la “Via della salvezza” (At 16, 17), la strada maestra che conduce al Padre Celeste e alla casa paterna in quanto Egli, da Uomo-Dio, tramite la luce della Verità del Suo insegnamento e del Suo esempio, mostra la via della virtù, e quindi con la potenza vitale della Sua grazia conferisce la forza di perseguirla e di perseverare con costanza fin quando si è raggiunto il termine del peregrinaggio terreno.

La dedizione fedele e obbediente a Cristo deve manifestarsi particolarmente nell’uso frequente dei mezzi della Grazia, cooperando fedelmente con essa fino alla morte. Col preziosissimo Sangue di Cristo, la medicina celeste è a disposizione di tutti: sta a noi ora farne uso per guarire le ferite e le malattie, per rallegrarsi dell’eterna salute dell’anima e del corpo.

Il fiume di grazie, la cui sorgente è sul Golgota, è aperto e accessibile a tutti; ma dobbiamo avvicinarci per bere da esso “l’acqua viva”, affinché in noi “diventi sorgente che trabocca nella Vita eterna” (Gv 4, 14) e così non abbiamo a languire “in una terra desolata, arida, senz’acqua” (Sal 62, 3), in questo deserto terreno.

Davanti agli occhi di tutti sta piantato l’albero miracoloso della Croce; ma bisogna coglierne e mangiarne i frutti per vivere eternamente e con la sua forza andare avanti per raggiungere il sacro monte di Dio (3Rm 19, 8). Cristo ha dato agli uomini il potere di diventare e rimanere figli di Dio (Gv 1, 12); finché siamo pellegrini sulla terra, però, siamo nel luogo della prova, dove non vi è assoluta certezza né sicurezza dell’eterna salvezza.

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