Così il lockdown ha favorito le vocazioni. Il caso delle Dominican Sisters of Mary Mother of the Eucharist

Non tutto il male, forse, viene per nuocere. La scorsa primavera, in pieno lockdown da coronavirus, mentre molti di noi si sentivano disorientati e privi di prospettive, diciotto giovani donne hanno fatto una scelta radicale: quella di consacrarsi interamente al Signore.
La vicenda riguarda le Dominican Sisters of Mary Mother of the Eucharist, la cui casa madre, negli Stati Uniti, è ad Ann Arbor (Michigan).
Il 22 agosto, proprio ad Ann Arbor, le suore hanno accolto un gruppo di ben diciotto postulanti, un record per questo istituto religioso che, fondato nel 1997 da quattro suore domenicane di Santa Cecilia, conta al momento centotrentasette sorelle.
“Definisco la mia vocazione un miracolo del Covid, perché la maggior parte del mio discernimento è avvenuta durante la pandemia”, dice sorella Genevieve, di Phoenix. E non è la sola. Tutte le altre postulanti, che provengono da varie parti degli Stati Uniti e dal Messico, hanno compiuto la parte più significativa del loro cammino vocazionale durante i mesi del lockdown.
In tempi normali, in vista dell’ingresso nell’istituto il processo di discernimento comporta, per una giovane donna che avverta la chiamata alla vita consacrata, la partecipazione a uno o più ritiri spirituali e approfondite conversazioni con madre Joseph Andrew Bogdanowicz, la responsabile dei corsi per le vocazioni. Infine occorre scrivere la richiesta formale di ingresso. Richiesta che, se viene accettata, apre a una settimana di pre-postulato, una sorta di prova generale del tipo di vita che si conduce nella comunità.
Durante i mesi del lockdown tutto ciò non è stato possibile, e allora madre Bogdanowicz si è servita di Internet, contattando le ragazze a distanza e parlando con loro tramite il computer o al telefono. Inizialmente la situazione è sembrata un ostacolo sulla strada di un regolare processo di discernimento, ma ben presto la responsabile delle vocazioni si è resa conto che era, in realtà, un’opportunità, perché il contatto, per quanto mediato, è avvenuto in modo ancora più approfondito del solito, con lunghe conversazioni individuali.
Proprio in quei mesi le giovani erano alle prese con la mancanza della Messa e dei sacramenti, e anche questa circostanza ha dato un sapore speciale al loro discernimento. “Non avere accesso ai sacramenti – dice sorella Jenna, di Wappingers Falls (New York) – mi ha davvero mostrato che tutta la mia vita ruotava intorno all’andare a Messa e all’essere in grado di adorare Cristo nell’Eucaristia. Ho trovato conforto nel pensiero che, sebbene in quel periodo fossi fisicamente separata da Cristo Eucaristia, presto avrei potuto incominciare a vivere la mia vita come una sposa di Cristo, e mi sarei sforzata di stare con Gesù per sempre”.
“Ho incontrato una certa difficoltà nel pregare restando a casa – spiega sorella Jacinta, di Galesburg (Illinois) – perché attorno a me c’erano mille distrazioni, che si trattasse di strumenti elettronici, di un libro che stavo leggendo in quel momento o di un progetto artistico incompiuto. La mia vita di preghiera, in altre parole, in quel periodo è diminuita drasticamente e ho dovuto rinunciare a lungo all’Eucaristia, eppure sono contenta di aver fatto quell’esperienza, perché ora apprezzo molto di più la Messa e l’Eucaristia e ne comprendo veramente l’importanza per la mia vita. Quella privazione mi ha reso una cattolica migliore”.
Molti i modi creativi di stare vicine al Signore nonostante il lockdown. “Io sono diventata molto amica di EWTN.com [Eternal Word Television Network, rete televisiva cattolica, ndr]”, dice sorella Autumn, di Lancaster (Pennsylvania) perché c’era un live streaming di adorazione 24 ore su 24, sette giorni su sette. Nel frattempo, la mia famiglia si è abituata a vedere appiccicato alla porta della mia camera un adesivo con scritto ‘preghiera’, il che voleva dire che avevo bisogno di un po’ di pace e tranquillità”. “Comunque – dice sorella Rory, di Michigan City (Indiana) – non voglio essere mai più separata da Gesù. Quindi la prossima volta che ci sarà una pandemia l’unico posto in cui voglio essere è un convento!”.
Il lockdown ha impedito anche di tenere la consueta settimana di pre-postulato nella casa madre dell’istituto, durante la quale solitamente le giovani sperimentano il programma giornaliero, apprendono i ritmi della vita comunitaria e conoscono meglio quella che potrà diventare la loro nuova famiglia. La settimana è stata sostituita da un’esperienza virtuale, tramite la piattaforma di videoconferenze Zoom, e i risultati sono stati notevoli. Dice madre Bogdanowicz: “Per me, personalmente, questi incontri tramite Zoom sono stati pura gioia. Vedevo le facce di ogni ragazza e mi dicevano tutto! Potevo leggerle come libri!”.
Anche sorella Amber, di Pittsford (Ohio), dice che è stata una grande esperienza: “Vedere i volti di tutte le altre pre-postulanti una volta alla settimana, per circa un mese, invece di vederli solo per una settimana, è stata una benedizione”. Sorella Mary Clare, di Alameda (California), aggiunge: “Attraverso ogni riunione via Zoom ho potuto imparare di più sull’ordine domenicano e sullo stile di vita, e ogni incontro mi ha regalato gioia”.
Di solito i familiari delle nuove postulanti hanno la possibilità di assistere all’ingresso ufficiale nella comunità. Quest’anno alle giovani è stato chiesto di scegliere: o una cerimonia alla presenza delle loro famiglie, ma semplificata e lontano dalla casa madre, oppure la cerimonia d’ingresso tradizionale e completa, nella cappella della casa madre, ma senza i familiari. Ebbene, tutte le ragazze hanno scelto la seconda opzione, e i parenti hanno seguito la cerimonia on line.
Intanto, dopo questo record di vocazioni, madre Joseph Andrew sta incrementando l’uso della piattaforma digitale delle suore (goledigital.org) per preparare discorsi e podcast per qualsiasi donna che voglia sapere qualcosa di più sulle vocazioni, e ha intenzione di tenere il ritiro di discernimento di novembre sia di persona sia in live streaming. È certa che l’afflusso di nuove vocazioni non si fermerà: “Sono convinta che il numero di vocazioni aumenterà ancora nel 2021, perché laddove la sfida è più grande la grazia di Dio abbonda ancora di più!”.