< Torna alla categoria

Caso Becciu: si manifesta a tutti la fine del pontificato

Analisi e commenti28 Settembre 2020
Testo dell'audio

Tutto comincia, giovedì 24 settembre, quando la Sala Stampa Vaticana comunica che: “il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu”. “Jorge Mario Bergoglio – commenta Massimo Franco – lo ha «degradato» in un amen, togliendogli il cardinalato e sbarrandogli le porte di un futuro Conclave. Frase standard, inappellabile: «Lei non ha più la mia fiducia», sebbene pronunciata con una punta di sofferenza. E pensare che il pontefice lo aveva promosso due anni fa, dopo averlo tenuto fino al 2018 come sostituto segretario di Stato, una sorta di «ministro dell’Interno»” (Corriere della Sera, 27 settembre 2020).

Molti giornalisti bene informati, esprimono le loro perplessità sulla consistenza dei presunti reati attribuiti a Angelo Becciu, affermando come Giuseppe Rusconi, che l’immagine della Chiesa diviene “sempre più opaca nell’opinione pubblica; sempre più grave il turbamento del popolo cattolico, già messo a dura prova nella sua fedeltà negli ultimi anni da ogni sorta di scandali finanziari, sessuali, dottrinali” (Rosso Porpora 26 settembre).  Aldo Maria Valli, sul suo blog, pone alcune domande: “com’è possibile arrivare a una sentenza (come di fatto è il comunicato della sala stampa della Santa Sede) senza che prima ci sia stato un processo? Possibile che il superiore diretto di Becciu in Segreteria di Stato, il cardinale Parolin, non sia mai stato informato delle scelte operate dal sostituto?” (Duc in altum, 25 settembre 2020)

Il 26 settembre su Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti, un autore che si cela sotto lo pseudonimo di “Pezzo Grosso” scrive che non bisogna guardare a Becciu che è il dito, ma a ciò che il dito indica. E ciò che il dito indica è la prospettiva strategica di portar la Chiesa in “sacro default”. Il termine fa capire che Pezzo Grosso è un economista: il default è l’insolvenza, che porta alla bancarotta. “La chiesa fallita finanziariamente chiude i battenti, non può più fare evangelizzazione, viene assorbita dall’Unesco. Riuscire a realizzare il “sacro default” rapidizza molto di più la fine delle Chiesa di quanto si possa fare con teologie progressiste varie, con apostasie, scismi, eresie di ogni genere. Il messaggio che ho interpretato dalla cacciata umiliante di un fedele servitore di Bergoglio, quale Becciu, è quello del sacrificio necessario per chiudere i battenti con un “sacro default”.

Lo stesso giorno Tosatti pubblica un intervento di Lucetta Scaraffia, una intellettuale cattolica disorientata, che scrive: “Come qualcuno ha notato, quel che succede è più simile alle grandi purghe politiche dei regimi totalitari che a un serio e ponderato ricorso alla giustizia. Sono ormai molti anni, da quando cioè Benedetto XVI ha messo mano a una riforma dello Ior, la banca vaticana, che si susseguono scandali, fughe di notizie, arresti improvvisi, processi farsa. Dietro questo fuoco di sbarramento costituito da “operazioni di pulizia” è difficile capire cosa succede veramente”. Tosatti aggiunge alcune considerazioni di carattere psicologico e comportamentale. “Questo Pontefice, i cui sbalzi di umore repentini, fortissimi e con connotazioni anche verbali molto forti non sono un segreto per nessuno, in Vaticano, ha ormai una piccola lista di decapitazioni al suo attivo, piccole e grandi, da record. Vogliamo ricordare i funzionari della Congregazione per la Dottrina della fede mandati via senza motivo, il Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Matthew Festing, il generale Domenico Giani, e altri ancora, e adesso il fedelissimo Becciu”.

Il declinante pontificato bergogliano sta assumendo i tratti della più cupa tragedia shakespeariana” – scrive Matteo Matzuzzi su Il Foglio del 26 settembre. – “Partito con il vento in poppa, con cardinali oranti che sentivano la brezza dello Spirito soffiare sulle vele della Barca di Francesco e correvano a dirlo a giornali e televisioni, è ridotto ora al tutti contro tutti”.

Anche per Marco Politi “la fase finale del pontificato bergogliano è già cominciata” (Il Fatto Quotidiano, 26 settembre 2020); di “declino di un pontificato” scrive Antonio Socci su Libero del 27 settembre, mentre La Verità dello stesso giorno titola in prima pagina un articolo di Lorenzo Bertocchi “Jorge Bergoglio, il fallimento di un papato”.

Il caso Becciu si inquadra dunque in quelle che su Corrispondenza Romana del 3 luglio definivamo “le incognite della fine di un pontificato”, scrivendo che l’epoca del Coronavirus ha definitivamente posto fine agli ambiziosi progetti pontifici per il 2020, consegnandoci l‘immagine storica di un Papa solitario e sconfitto, immerso nel vuoto di una spettrale piazza san Pietro.

Da Facebook