Anche l’Italia indirizzata verso la zoodittatura

C’è un precedente: il Regno Unito è stato il primo Paese al mondo a riconoscere gli animali come «esseri senzienti», il che comporterà presto tutta una serie di leggi, per attribuire loro nuove tutele, tanto a quelli domestici quanto a quelli da allevamento. Sarà, di conseguenza, vietato esportare bestie vive, importare trofei di caccia, impiantare microchip, utilizzare collari elettronici per l’addestramento, vendere il foie gras, considerare i primati come animali domestici. Vittoria su tutta la linea, quindi, da parte degli ambientalisti inglesi, vistisi negare – per ora – solo l’abolizione dell’utilizzo di gabbie negli allevamenti di pollame e suini. Ma sarà forse solo questione di tempo.
Anche in altri Paesi c’è chi scalpita per conseguire lo stesso traguardo: del resto, l’Unione europea, all’art. 13 del Trattato di Lisbona, già nel 2007 a sua volta ha parlato di «esseri senzienti»; i codici civili di Francia e Germania fin d’ora precisano come gli animali non siano cose, lo stesso Nuova Zelanda e Svizzera. Purtroppo circa una settimana fa anche la Commissione Affari Costituzionali del Senato italiano ha approvato l’iter, finalizzato ad apportare modifiche addirittura alla nostra Costituzione, nello specifico agli articoli 9 e 117, per inserire nell’ordinamento la tutela degli «esseri senzienti», della biodiversità e dell’ambiente.
Cosa fa problema? Lo ha spiegato a chiare lettere sabato scorso, nel contesto della decima edizione della Marcia per la Vita di Roma, Virginia Coda Nunziante, presidente di questo che si è confermato come l’evento pro-life più importante in Italia ed in Europa: «Gli animali sono esseri senzienti, il bambino nel ventre materno no. È assurdo. Gli ambientalisti e gli animalisti hanno esultato per il loro successo. E noi? Penso che dobbiamo prenderlo come un impegno sempre più deciso di essere la voce e le gambe di chi non può parlare, né può difendersi», ha detto. A tutela della vita umana. L’assurdo, in effetti, sta nel fatto che gli animali vengano severamente tutelati ed i nascituri no, vittime sacrificali dell’aborto con tutti gli annessi ed i connessi propri della dilagante cultura di morte.
Non solo: sotto la coltre del solito sentimentalismo sdolcinato e mieloso, potrebbe sfuggire ad un’opinione pubblica narcotizzata da tanti buoni propositi come far passare tali proposte di riforma costituzionale abbia pesanti ricadute in ambiti, ad esempio, quali quello della sperimentazione scientifica, che paradossalmente potrebbe essere vietata sulle bestie ma non sull’uomo, invertendo la scala gerarchica dei valori e del Creato. Ma potrebbe avere pesanti ricadute anche in campi quali quelli delle libertà di opinione, di espressione e di stampa, limitandole arbitrariamente una volta di più, in un autentico clima da regime. In futuro, ad esempio, potrebbe essere vietato affermare in pubblico quanto scritto nella Bibbia: «Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò» (Gen 1, 26-27). Un cristiano, che affermi questo, potrebbe rischiare di ritrovarsi imputato e magari condannato, più o meno sulla falsariga di quanto, ancor più gravemente, è previsto in altri ambiti dal disegno di legge Zan.
La realtà è questa: pezzo dopo pezzo, si cerca di mettere ai cristiani il bavaglio, di censurare le loro convinzioni, di distruggere i loro valori e la loro visione del Creato, di parificarli alle bestie, in una parola di destrutturare la società tutta in una sorta di zoodittatura. Sempre più verso l’abisso.