La Santa Messa un sacrificio di propiziazione – parte III

- Il potere propiziatorio e l’efficacia del Sacrificio della Messa si estende, come dice la Chiesa, a “peccati, pene, soddisfazioni”. Per istituzione divina il Sacrificio Eucaristico serve a ottenere per l’uomo il perdono dei peccati mortali e veniali e anche la remissione della pena temporale dovuta al peccato.
- a) Il Sacrificio della Messa non può cancellare direttamente ed immediatamente i peccati mortali, ma può solo indirettamente contribuire alla loro cancellazione. – L’uomo può essere lavato e purificato dalla macchia del peccato mortale solo dall’infusione, cioè dal primo impartire o dal ripristino, della grazia santificante. Questa grazia di giustificazione e, di conseguenza, di perdono del peccato mortale può essere ottenuta direttamente, per volontà di Dio, solo con la ricezione del battesimo o del sacramento della penitenza, o con un atto di contrizione perfetta. I Sacramenti sono stati istituiti per la giustificazione e la santificazione dell’uomo; inoltre servono direttamente a stabilire e ad aumentare la vita soprannaturale dell’anima. Il Sacrificio, al contrario, mira principalmente a promuovere l’adorazione di Dio. La Messa, infatti, è anche un mezzo di salvezza per l’uomo; ma come tale non è destinata direttamente ad impartire o a realizzare la grazia della santificazione; Il Sacrificio della Messa non può, senza il tramite di un altro mezzo, cancellare o rimuovere i peccati mortali.
Il potere propiziatorio e l’efficacia del Sacrificio della Messa non è spiegato con precisione col dire semplicemente che procura le grazie effettive, per mezzo delle quali il peccatore è condotto alla vera penitenza e alla sincera conversione. Tale affermazione annulla quasi totalmente la distinzione che esiste tra il carattere di propiziazione e l’efficacia impetratoria del Sacrificio della Messa, una distinzione che deve essere rigorosamente rispettata; perché come Sacrificio di propiziazione e come Sacrificio di petizione la Messa ha effetti diversi, così come diversi modi di funzionamento. Vale a dire, nella misura in cui la Messa è un Sacrificio di propiziazione, calma e placa la giusta ira di Dio, disarma la Sua giustizia, e induce il Signore a considerare l’uomo peccatore con favore e misericordia.
L’effetto del potere espiatorio della Messa, quindi, è quello di far sì che Dio non si arrabbi più e non punisca, cioè Lo dispone favorevolmente a rimettere in tutto o in parte la punizione dovuta all’uomo colpevole. Questa riconciliazione e questa remissione della pena da parte di Dio sono effettuate in virtù del servizio vicario di Cristo o del pagamento (per modum solutionis) offerto a Dio per questo scopo; poiché il riscatto acquistato da Cristo con il Suo Sangue sul Golgota per l’espiazione e la soddisfazione del peccato è sempre presentato di nuovo nella Messa al Padre Celeste, e questo per le persone particolari, e che Egli può scongiurare loro il ben meritato castigo e impartire loro di nuovo la sua misericordia più generosamente. Mentre la Messa, come Sacrificio di propiziazione, trattiene o disarma la giustizia vendicativa di Dio contro il peccatore, ha, come Sacrificio di petizione, il potere, attraverso la bontà divina e la liberalità, di dispensare molteplici grazie e benefici (per modum impetrationis).
Di conseguenza la Messa come Sacrificio di espiazione aiuta a cancellare i peccati mortali, in quanto Sacrificio di petizione è un mezzo estremamente potente per realizzare la grazia del vero pentimento e della sincera conversione. Propiziazione e petizione agiscono all’unisono nella Messa; si sostengono e si perfezionano a vicenda per attingere all’uomo grazie che lo illuminano e lo incitano a rivolgersi a Dio per fede, speranza, amore e dolore, e ricevere degnamente i santi Sacramenti, per mezzo dei quali egli è interiormente santificato e reso di nuovo figlio di Dio. Ciò viene espresso dalle parole: “Il Signore, essendo propiziato dalla celebrazione del Sacrificio Eucaristico, impartisce la grazia e il dono della penitenza, rimette i peccati e i crimini, anche se sono sempre così grandi”.